Il fallimento degli apparati di sicurezza, la mancanza di democrazia, l'intervento di gruppi fondamentalisti stranieri. Sono queste alcune delle ragioni dietro l'attacco a una chiesa copta di Alessandria la notte di Capodanno secondo lo scrittore egiziano Alaa Al Aswani. Dentista di formazione, autore e attivista politico per vocazione, Aswani ha raccontato nel suo primo romanzo, Palazzo Yacoubian, una società egiziana in trasformazione, toccando il tema del fondamentalismo islamico.
Decine di cristiani uccisi davanti a una Chiesa. Quale è stata la sua reazione?
«È una tragedia, un crimine terribile contro l'umanità e l'Egitto. Non si tratta di una questione di cristiani e musulmani. Ma dell'Egitto».
Nei suoi libri ha dipinto il radicalizzarsi della religione nella società egiziana. Avrebbe mai potuto immaginare un attacco simile?
«Non è un comportamento egiziano, arriva da fuori. Qui non ci sono mai state autobombe e assassini di massa alla libanese o all'irachena».
Come è possibile organizzare dall'estero un attacco così senza appoggi nel Paese e in uno Stato in cui l'apparato di sicurezza è imponente?
«È un grande fallimento dell'apparato di sicurezza. Lo Stato è impegnato a controllare i dissidenti politici ma non si occupa della sicurezza della popolazione. Come si può lasciare agire Al Qaida dopo quello che è successo ai cristiani in Irak?».
Non è il primo attacco ai cristiani. Esiste un dibattito a livello di società civile?
«C'è attenzione. Come artista mi batto per il cambiamento democratico. Vorrei vedere questi criminali davanti alla giustizia».
Cosa significa per l'Egitto? In seguito all'aumento degli attacchi, lo Stato ha cambiato approccio sulla questione religiosa?
«Non si può isolare quello che è successo dalla mancanza di democrazia nel Paese. Nessun egiziano ha diritti politici. In questo scenario, le minoranze soffrono il doppio. Ma non si può separare la sofferenza dei cristiani da quella di tutta la popolazione, la maggior parte della quale vive sotto la soglia di povertà. Attacchi sono avvenuti però anche in Gran Bretagna e Svezia, non sarebbe giusto attribuire le violenze soltanto alla situazione politica».
Come affrontare il problema delle violenze religiose nel Paese?
«Come tutte le religioni, l'islam può essere vissuto in maniera fanatica. Il problema in Egitto è l'esistenza di un'interpretazione intollerante dell'islam, il wahhabismo importato dal Golfo».
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