Senza Terzo valico, il porto affonda

Senza Terzo valico, il porto affonda

(...) nelle competenze delle amministrazioni locali. Nessuno dall'attuale compagine d'opposizione in Consiglio Regionale ha sottolineato che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 25 agosto, della delibera del CIPE che ha approvato il progetto definitivo dell'opera, registrata dalla Corte dei Conti il 26 luglio, ha riconfermato che lo schema di finanziamento attraverso l'emissione di obbligazioni (i famosi bond) coperti dalla garanzia del Tesoro, (già usati a favore della TAV per le linee Torino-Novara-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) non erano poi il risultato della finanza creativa di Tremonti ma uno strumento in linea con i criteri per la formazione del bilancio dello Stato e quindi assolutamente spendibili sui mercati dei finanziari. Forse è arrivato il momento che l'opposizione si dia una regolata e agisca da vero pungolo nei confronti di una maggioranza, che su questi argomenti, così vitali per il nostro futuro, non intende disturbare il «manovratore Prodi» evitandogli fastidiose discussioni con la sinistra massimalista e conservatrice della coalizione di governo.. Maggioranza che ha il solo obiettivo di presentarsi, a costo di enormi sacrifici per la classe media del Paese, che, come tutti sanno, è la vera spina dorsale della nostra economia, con il rapporto tra deficit e PIL sotto il 3% dimenticando che le grandi infrastrutture sono un volano che può generare un punto e mezzo percentuale del PIL, creando occupazione e importanti introiti per l'erario. Se così non fosse perché la Spagna, ha chiesto ed ottenuto un prestito dalla Banca Europea degli Investimenti cinque miliardi di euro proprio per potenziare le reti infrastrutturali del Paese. Questo è l'aspetto politico del problema, ma c'è un altro aspetto che è altrettanto inquietante ovvero i silenzi assordanti dell'Autorità Portuale genovese che è il maggior beneficiario di questo grande intervento. Palazzo San Giorgio non ha fatto fuoco e fiamme, come avrebbe dovuto, per evitare che tutto il lavoro fin qui svolto per arrivare, dopo decenni di discussioni, ad avere un progetto definitivo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e con uno schema finanziario chiaro e attuabile, andasse perduto. Si sono accontentati di sentirsi dire che potenzieranno le linee esistenti.
Ma lo sanno lor signori, che la più moderna risale alla seconda metà dell'ottocento e che far passare i grandi container su una linea sottoposta a lavori di ammodernamento, con pendenze e raggi di curvatura non idonei per il passaggio dei moderni convogli merci, è spesso più complicato che farne una nuova? Vorrei ricordare che circa venti anni fa le ferrovie avviarono un'attività per potenziare le linee esistenti, il famoso progetto delle «marce parallele». Ebbene quest'attività non è ancora conclusa e comunque ha dato scarsi risultati. Se è vero che il sistema portuale ligure si attende per i prossimi anni una crescita esponenziale dei contenitori fino a 6 milioni (?) di Teus dove li faremo passare sulla succursale dei Giovi che forse ha ancora qualche «traccia» libera ma non sufficiente ad assicurare uno sviluppo della moderna logistica verso i grandi mercati del centro e nord Europa? Dobbiamo aspettare che la già fragile e inadatta rete autostradale ligure, sotto la pressione di migliaia di mezzi pesanti in più che saranno necessari per trasportare queste merci vada definitivamente in crisi? Due sono le cose o non è vero che la crescita prevista potrà raggiungere quei volumi e allora abbiamo scherzato tutti per oltre trent'anni nel chiedere il Terzo Valico e il potenziamento delle banchine, o invece è vero, e di ciò ne saremmo tutti felici, a cominciare dagli operatori portuali e dai terminalisti. Allora, se è così e non dubitiamo che sia vero, è da irresponsabili non battersi per ottenere, nei tempi più rapidi possibile, quello che anche l'Europa ha riconosciuto come un intervento strategico non più rinviabile.

Il nostro Paese ha due formidabili sistemi portuali quello di Genova e quello di Trieste che supportati da Gioia Tauro e Taranto, possono svolgere un ruolo fondamentale per competere e contendere i traffici, in particolare quelli provenienti dal Far East, ai porti del Nord Europa: perché ciò avvenga è indispensabile che i due Corridoi europei di alimentazione delle merci, in particolare il Corridoio Genova-Rotterdam e quindi il Terzo Valico, siano realizzati quanto prima superando polemiche strumentali non utili a nessuno. In mancanza di questi collegamenti il ruolo di queste due città nello scenario dei traffici mercantili mondiale e lo stesso ruolo dell'intero comparto portuale italiano sarà costretto a rimanere marginale.

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