Cera una volta piazzale di Porta Pia. Sì, la piazza della famosa breccia, dove è nata lItalia unita e o il mito dei bersaglieri. Oggi al posto della breccia è rimasta la feccia. La feccia di Porta Pia.
Piazzale di Porta Pia. Un luogo simbolo della borghesia romana, dove una grossa statua raffigurante un bersagliere fa da baricentro ai municipi I, II e III della Capitale. Un punto strategico tra il cosiddetto centro storico e una delle zone residenziali più belle di Roma, dove convivono, storicamente, professionisti e insegnanti, impiegati ministeriali e diplomatici. Perché nella piazza «piemontese» ha sede il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e lambasciata della Gran Bretagna in Italia.
Ebbene, da qualche stagione la piazza in passato sinonimo di bellezza e tranquillità è divenuta, suo malgrado e dei cittadini che vi abitano, uno dei luoghi simbolo del degrado cittadino. Caos, disordine, sporcizia ed abusivismo: sono queste oggi le caratteristiche di piazzale di Porta Pia, alla faccia della storia e delle tradizioni. Ci sono infatti ambulanti che la fanno da padroni in ogni punto, clochard e tossicodipendenti che hanno preso possesso dei sottopassaggi della piazza facendone una residenza privata. Il tutto in un clima di sporcizia e degrado, perché gli operatori del servizio rifiuti hanno paura di entrare nei sottopassaggi.
Porta Pia come Porta Portese, senza voler offendere la piazza trasteverina. Porta Pia simbolo del degrado, dellinsicurezza, dellanarchia. Una situazione che può essere riassunta in alcune fotografie: quelle che pubblichiamo in questa pagina e che non lasciano dubbi e non hanno bisogno di troppe parole.
Ed eccole le istantanee della vergogna. Il sottopasso di via del Policlinico, allangolo con via XX Settembre, attaccato alle mura che ospitano lambasciata di Gran Bretagna: a destra un cartello ne indica la funzione, servirebbe come uscita di sicurezza al percorso viario che scorre sotto la piazza. Come si evince dallo scatto, una transenna comunale ne impedisce lutilizzo. Affacciandosi dalle scale, che sembrano una discarica, si può vedere lo spazio interessato chiuso al pubblico, letteralmente espropriato da alcuni senzatetto che lo hanno trasformato in una abitazione privata.
Dallaltra parte della piazza, proprio di fronte agli uffici del ministro Di Pietro, cè un altro sottopasso, questa volta pedonale, abitato, raccontano i residenti, da una coppia di tossicodipendenti particolarmente rumorosi. Molte le testimonianze raccolte di donne e anziani importunati. Di strisce pedonali cancellate, scivoli per disabili perennemente occupati e marciapiedi abbandonati non ne parliamo, così come delle tante siringhe abbandonate nei giardinetti di via del Policlinico che dimostrano una prepotente recrudescenza del fenomeno dello spaccio e delluso di eroina. Cè persino una fontanella abbandonata, un vecchio «nasone» che non funziona più perché qualcuno si è portato via il rubinetto fatto a forma di Lupa.
Quel che balza agli occhi, soprattutto nel tratto dove inizia via di Nomentana, in pieno giorno, è però il numero delle postazioni di ambulanti. Alcuni di questi hanno in tasca anche il permesso di esercizio, ma sistemano banchi e oggetti in stile casbah, parcheggiando, in barba ai cartelli diplomatici di fronte al Consolato del Mali, in divieto di sosta. Gli altri si «accontentano» di vendere griffe false e dvd pirata. La maggior parte dei cittadini residenti guarda a questi eventi con rassegnazione.
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