Sequestrano tre studenti: un anello per riscatto

Erano appena usciti da scuola. Alla fermata dell’autobus due liceali di 18 anni e una ragazzino di 14 hanno condiviso un incubo durato una lunghissima ora. Vittime di un vero e proprio sequestro di persona ad opera di due giovani rom. È accaduto la scorsa settimana al Casilino. Non si conoscevano i tre studenti che hanno condiviso la brutta avventura. Come ogni giorno stavano aspettando il bus in via Ferraironi che li avrebbe riportati a casa dopo le lezioni, quando sono sono stati avvicinati da due ragazzi in auto che, minacciandoli con un coltello, li hanno costretti a salire a bordo. I balordi si sono fatti subito consegnare soldi e cellulari. Ma quella che sembrava una rapina stava prendendo una piega diversa. Non soddisfatti del bottino, infatti, i rom hanno portato i tre malcapitati in un vicino centro commerciale e li hanno costretti a prelevare altro denaro da uno sportello Post Pay. Ma volevano ancora di più, così hanno costretto uno dei due diciottenni a telefonare a casa per chiedere un piccolo «riscatto» in cambio della liberazione. «Sbrigati, apri la cassaforte e prendi i gioielli di mamma. Sono stato sequestrato all’uscita di scuola. Non è un gioco, sono in due e mi hanno già preso i soldi e il cellulare», ha detto il giovane con la voce tremante alla sorella ventenne. La ragazza ha capito subito che non si trattava di uno scherzo, ha preso dalla cassaforte di famiglia un anello ed è riuscita ad ottenere la liberazione del fratello e degli altri ostaggi. Una volta liberi i tre hanno raccontato ai genitori cosa era accaduto loro in quell’interminabile ora di paura e angoscia e si sono rivolti alla squadra mobile.

Ai poliziotti hanno descritto i «baby-rapitori» e l’identikit ha portato subito all’identificazione di uno dei due nomadi, riconosciuto dagli investigatori durante un controllo nell’accampamento di via Candoni, una delle strutture autorizzate della capitale, grazie ad un tatuaggio a forma di stella su un braccio. Il confronto con le tre vittime è stato decisivo. E il nomade diciassettenne è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona. Ora è caccia al complice.

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