Cronaca locale

«Sera da Scudetto», gli interisti fanno già festa

La Curva Nord dà appuntamento ai tifosi alle 21 in Largo Cairoli: poi sfilata fino a piazza del Duomo

Ancora un mese, dal 18 aprile al 18 maggio, e sarebbero diciotto anni spaccati, perché noi interisti sappiamo bene, senza che ci venga ricordato, a quando risale l’ultima festa scudetto. Al diciottesimo giorno del mese di maggio di diciott’anni fa, Inter-Napoli 2 a 1, quart’ultima giornata, lo stadio sempre quello di San Siro. E allora come oggi con la Roma, il titolo è visto come una formalità. Adesso addirittura dalla vigilia...
Se in quei giorni, ed era l’Inter di Trapattoni e Matthaus, l’Inter del record (ex oramai), uno avesse detto che sarebbero passati quasi vent’anni prima di tornare a girare per le strade di Milano ubriachi di gioia, sarebbe stato zittito e preso per scemo. Invece è così anche perché nessuno è sceso in piazza l’estate scorsa per lo scudetto numero 14, «quello che sa di giustizia» per dirla con le parole di Mancini.
Chi carosellò per Milano, e si appresta a rifarlo ora con un’auto o una moto nuove, e magari anche con un’altra compagna nonché i figli nati nel frattempo, troverà tutto più complicato per i divieti e dovrà pure fare i conti con le telecamere spara-multe e i dossi che frenano la circolazione nelle vie a traffico limitato. Meglio a piedi, si evitano multe e incidenti e si gode di più il momento urlando e abbracciandosi, saltellando e sprintando padroni della città.
Nulla di organizzato, ma la Curva Nord, attraverso il suo sito, ha dato appuntamento a tutti per le 21 in Largo Cairoli ed è facile immaginare i tuffi nella fontana del Castello che sembra lì apposta per essere usata come una piscina. Mezzora per radunarsi e lasciarsi lo Sforzesco alle spalle. Tutto quello che a Milano merita di essere festeggiato, va celebrato in piazza del Duomo e così «il corteo partirà intorno alle ore 21.30 e se tutto andrà come deve andare sul campo e per le strade, questa sarà una festa che difficilmente verrà dimenticata».

Anche perché sono rare, purtroppo.

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