Roma

Una serata al «Chiaro di luna» con il Beethoven di Gianluca Cascioli

Gianluca Cascioli, pianista torinese oggi trentenne e da quindici sulla breccia, da quando, cioè, il concorso «Umberto Micheli» della Scala - era il 1994, in giuria c’erano Maurizio Pollini e Luciano Berio - lo catapultò sulla scena internazionale, torna a Roma, oggi (ore 21) alla Filarmonica per il primo dei due appuntamenti romani di questa stagione (fra poco più di un mese, il 20 marzo, lo ascolteremo anche a Santa Cecilia). Il suo concerto, per la prima volta, ha un programma interamente beethoveniano, nel quale si alternano capolavori conosciuti (sonata «Al chiaro di luna» op.27 n.2; e «La tempesta» op.31 n.2) a brani di non minore forza, sebbene non altrettanto conosciuti quanto le sorelle maggiori. A esempio la «Fantasia» op.77 - che, secondo un famoso allievo di Beethoven, Carl Czerny, rappresentava il musicista in maniera più completa e profonda di tante sonate, per la costante inquietudine che la pervadeva; le «Variazioni» sull’«Eroica», op.35, quindici variazioni su un tema che, prima di finire nella celebre sinfonia, era già apparso nell’ouverture «Le creature di Prometeo». Le une e le altre opere, scelte da Cascioli per il suo recital romano, appartengono tutte al cosiddetto periodo centrale della produzione del grande compositore. Di Cascioli ci preme qui ricordare gli sfolgoranti inizi della carriera di pianista, dovuti principalmente alla sua giovane età di partenza: 15 anni. Fu la giovanissima sua età, infatti, a convincere gli illustri giurati del concorso scaligero ad assegnargli il primo premio, nonostante il valore di altri partecipanti; e, inizialmente, la sua giovane età fu anche alla base degli inviti di grandi direttori . Ma questi, come ci racconta la storia, sono gli esordi comuni a tanti bambini prodigio, che qualche volta si perdono per strada. Cascioli no, non ha deluso le attese. Non c’è materia musicale che egli non abbia studiato a fondo.

E questo, considerando che il suo repertorio si estende da Bach a Berio, ha del miracoloso.

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