Il serial killer dai mille volti catturato dopo 18 omicidi

Nicolas Panard, attore di cabaret e mago dei travestimenti, è accusato di essere il super assassino dei gay

da Parigi

Il «Fantasio» è vuoto. Anzi, non esiste più. Nella città di Mulhouse, dove l'Alsazia francese è a poca distanza dalla Germania e dalla Svizzera, sono in pochi a ricordarsi di quel locale di cabaret, che chiuse i battenti nel 1992 e che ospitava le performances di artisti non proprio di primissimo piano. Qualche ex avventore racconta adesso ai giornalisti di un personaggio singolare, un commediante piuttosto introverso ma molto abile. Un trasformista. Un artista in grado d'impressionare il pubblico con la sua capacità d'essere al tempo stesso due o più personaggi. Guardia e ladro. Poliziotto e assassino. Il problema è che il mimo del «Fantasio» di Mulhouse ha recitato il suo copione anche fuori dalla scena. Solo che all'esterno dei teatri la sua «arte» può chiamarsi schizofrenia e può condurre in prigione.
In prigione il trasformista del «Fantasio», Nicolas Panard, è finito martedì all'età di 68 anni. C'è finito sulla base di un sospetto mostruoso: aver assassinato 18 persone, soprattutto omosessuali, nel periodo compreso tra il 1980 e il 2002. Tutti questi omicidi sono avvenuti sul territorio francese: 11 in Alsazia, 4 nella confinante regione della Franca Contea e tre nell'area parigina. Gli agenti hanno fermato l'uomo nella sua abitazione a Mulhouse. Subito è stato trasferito a Montbéliard, in Franca Contea, dove vengono attualmente centralizzate le indagini su di lui e su un suo presunto complice, Slim Fezzani, un tunisino di 43 anni, che già si trova in carcere essendo stato riconosciuto colpevole nel 1999 dell'assassinio di un assicuratore omosessuale a Riedisheim, in Alsazia.
Il trasformista del «Fantasio», che si dichiara innocente, è stato pizzicato dopo tanti anni grazie all'incredibile tenacia di un oscuro poliziotto della piccola località di Montbéliard. Un tenente Colombo di provincia, che non si è mai rassegnato alle archiviazioni decise alla leggera dai suoi colleghi e dalla stessa magistratura inquirente. Troppo facile dimenticare i delitti come se la morte degli omosessuali facesse parte del normale disordine sociale. Il Colombo del Doubs, il dipartimento della Franca Contea di cui Montbéliard è il capoluogo, non ha mai mollato l'osso, cercando conforto nelle novità messe a sua disposizione dalla modernizzazione dell'apparato poliziesco.
Al momento del primo omicidio del «trasformista» l'informatica era poco più di un gadget, ma oggi fa parte integrante di ogni buona indagine. Così il nostro poliziotto si è messo a smanettare sul computer. Ha usato il software del ministero dell'Interno denominato Salvac (système d'analyse des liens de la violence associée au crime) e ha cominciato a indagare su un delitto avvenuto nel 1991 nella località alsaziana di Sochaux. Ha trovato varie somiglianze con altri crimini rimasti impuniti e ha continuato per anni a cercare sul computer le analogie tra tutti quei 18 casi irrisolti di omicidio: le vittime erano state assassinate con un colpo violentissimo alla testa, seguito da una gran quantità di coltellate al corpo; la vittima veniva poi parzialmente spogliata, mentre il volto del cadavere veniva coperto.
Il nostro Colombo di provincia ha allora studiato le dichiarazioni che il «trasformista» e il suo presunto complice avevano reso a suo tempo agli inquirenti, ha ricostruito i loro comportamenti e spostamenti, ha spulciato decine e decine di faldoni. Alla fine ha trovato le incongruenze che gli hanno consentito di spingere la Procura a riaprire il caso.
La Procura di Montbéliard e l'intera polizia francese sono in imbarazzo per essersi fatte dare una bella lezione da un semplice agente. Avrebbero voluto tenere la notizia in frigorifero, col pretesto che ci sono altre indagini da svolgere.

Ma qui è entrato in gioco il quotidiano regionale L'Alsace, che ha sparato questa informazione, costringendo l'insieme dei grandi media nazionali a farla propria. Adesso il solerte poliziotto di Montbéliard si gode la sua rivincita e la magistratura è costretta a preparare un maxiprocesso per fare piena luce sulla morte violenta di 18 persone. Meglio tardi che mai.

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