Serialità

"Il fidanzamento? Cosa c'era dietro". Harry e Meghan contro la royal family

Netflix ha lanciato i primi tre episodi del documentario di Harry e Meghan, un nuovo colpo per la royal family, ma non così duro come molti si aspettavano

"Il fidanzamento? Cosa c'era dietro". Harry e Meghan contro la royal family
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L’attesa è finita. I primi tre episodi della docuserie di Harry e Meghan sono disponibili sulla piattaforma Netflix. I duchi di Sussex non hanno risparmiato dardi al vetriolo contro la royal family, ma finora l’impressione è che non ci siano spunti originali e la bomba mediatica promessa dal colosso dello streaming sia esplosa solo a metà.

Meghan come Diana

Ancora una volta Harry e Meghan hanno giocato la carta del razzismo. La distanza siderale tra loro e la royal family è espressa già all’inizio della serie, con un annuncioche sottolinea: “Questo è un resoconto di prima mano della storia di Harry e Meghan, narrata attraverso documenti inediti. I membri della famiglia reale hanno rifiutato di commentare gli argomenti di questa serie”. Parole che marcano la divisione familiare in due fazioni opposte, Sussex e Windsor. Un modo molto diretto con cui i duchi hanno ribadito la loro unità di coppia contro un nemico comune, diciamo così, ovvero la Corona britannica.

Nelle prime tre puntate la figura di Lady Diana, in particolare la persecuzione mediatica di cui oggetto, è un tema ricorrente sviluppato per dare risalto all’immagine di Meghan Markle, all’attenzione, ritenuta invadente, della stampa nei suoi confronti e alla presunta discriminazione sofferta a corte. Secondo Harry la madre e la moglie sarebbero state ingabbiate in un sistema che le avrebbe soffocate. Nel secondo episodio il duca afferma: “Vedere un’altra donna che amo passare attraverso tutto questo è difficile”.

“La mia razza era un problema”

Il tema legato a Diana si ricollega a quello del razzismo. A tal proposito la duchessa dichiara: “La mia razza è diventata un problema quando sono arrivata nel Regno Unito”. Un’accusa, questa, che sembrerebbe rivolta all’intero popolo britannico, non solo ai Windsor. A tal proposito il principe parla di “pregiudizi inconsci” che i suoi parenti avrebbero nutrito nei confronti della moglie perché "talvolta in questa famiglia sei parte del problema, piuttosto che della soluzione".

Meghan definisce “fantastico” il primo Natale passato con la royal family, ma poi tira fuori un episodio controverso, proprio del 2017: “Tutto è cambiato quando la stampa scrisse che la principessa Michael di Kent aveva indossato una spilla stile Blackamoor per il pranzo annuale con la Regina, un simbolo ritenuto razzista”. Questo aneddoto richiederebbe un serio approfondimento, mentre nella serie scivola via con tutte le altre dichiarazioni, entrando a far parte di una sorta di calderone di accuse razziste.

“Il fidanzamento? Un reality show organizzato”

Nel terzo episodio arriva subito l’affondo del principe Harry: “Non ci è stato concesso di raccontare la nostra storia, perché non volevano [che lo facessimo]”. I Sussex tornano indietro nel tempo, all’annuncio del loro fidanzamento e al periodo precedente al matrimonio, definendoli “un reality show orchestrato”. Subito dopo questa rivelazione il documentario fa un salto non molto chiaro sul periodo del colonialismo, sul ruolo della Gran Bretagna e la piaga della schiavitù, con l’esperto David Olusoga che dice: “Chi avrebbe mai pensato che nel Regno Unito ci sarebbe stata una principessa di colore?...Era la conclusione di una storia tanto improbabile quanto sorprendente”.

Peccato che i riferimenti storici e alla vita dei Sussex non siano organizzati in modo coerente ed esaustivo e tantomeno amalgamati per dare una visione d’insieme razionale. Più che altro l’impressione è che la serie sia stata costruita per enfatizzare un presunto odio razziale dei Windsor e degli inglesi nei confronti di Meghan. A ben vedere, però, anche questo è un pregiudizio. I Sussex si lamentano per aver subito, dicono loro, delle discriminazioni, ma per raccontarlo userebbero la stessa arma del cliché contro cui sostengono di lottare.

"Costretti" a mostrarsi

La duchessa di Sussex ritiene di essere stata abbandonata a se stessa nel periodo in cui viveva a corte, di non essere stata aiutata ad ambientarsi, lamentela già sentita nell’intervista a Oprah del marzo 2021: “Cos’era un walkabout? Non avevo mai visto immagini o video” e il principe Harry non avrebbe saputo come aiutarla: “Non sapevo cosa dovesse fare o come dovesse vestirsi una donna e cose simili”. Però i duchi dichiarano di essere stati “costretti” a mostrarsi di fronte a giornalisti “senza scrupoli”, per evitare di “cadere in disgrazia”.

Però andrebbe ricordato che anche il documentario Netflix è una rinuncia alla privacy, ma nessuno avrebbe costretto Harry e Meghan a esporsi. Inoltre il duca ritiene che, con il matrimonio, “le pressioni siano aumentate a dismisura” e la duchessa, quasi intimorita dall’ambiente in cui si trovava e dal giudizio della gente, avrebbe deciso di “vestirsi con colori chiari per mimetizzarmi”.

La risposta di Buckingham Palace

Per il momento re Carlo III e il principe William hanno scelto di non replicare alle accuse, ma pare che una eventuale risposta avrà toni “moderati”. Secondo una fonte citata dal Mirror i Sussex starebbero facendo molto “rumore” per nulla, che "non ci sia molto altro da dire". Rimangono altri tre episodi da vedere, dunque la storia è ancora tutta da scrivere. Per il momento Harry e Meghan non ci hanno riservato aneddoti clamorosi, non hanno presentato in modo originale la loro vicenda, preferendo adagiarsi su temi di sicuro impatto come il razzismo e la vita di Lady Diana. Però va detto che il principe ha espresso il suo pentimento per aver indossato, durante una festa nel 2005, una divisa nazista: “Probabilmente uno dei più grandi errori della mia vita”. Chissà se nelle altre puntate della docuserie Harry ci racconterà anche gli altri.

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