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Arriva "Ho preso un granchio 2": il ritorno della serie che racconta il cancro con ironia e coraggio

Otto nuovi episodi, nuove storie e tante guest star per la seconda stagione della serie ideata e interpretata dai ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

(Foto video)
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Dopo l’accoglienza molto positiva della prima stagione, i giovani pazienti del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano tornano sullo schermo con otto nuovi episodi di Ho preso un granchio 2, la serie che ribalta il modo di raccontare la malattia oncologica negli adolescenti e nei giovani adulti.

Il nuovo ciclo debutta oggi, 15 dicembre, alle 14.30 su La5, con appuntamenti dal lunedì al venerdì. Gli episodi, della durata di circa sette minuti, saranno disponibili anche in versione integrale su Mediaset Infinity, mentre Cine34 proporrà una mini-maratona il 27 e 28 dicembre alle 11.00.

Un racconto autentico, scritto e interpretato dai ragazzi

La forza della serie sta nella sua origine. Ho preso un granchio nasce direttamente dalle esperienze dei ragazzi coinvolti, che qui non sono solo protagonisti ma anche autori e interpreti delle storie. Con la supervisione di un team professionale guidato dall’autore Cristiano Nardò e dal regista Tobia Passigato, e con il supporto della Fondazione Bianca Garavaglia ETS, i giovani pazienti trasformano il vissuto ospedaliero in racconto condiviso.

La serie è promossa dal Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, diretto dal professor Andrea Ferrari, e sostenuta da Mediafriends, l’ente filantropico fondato da Mediaset, Mondadori e Medusa.

Ironia come forma di cura

Se la prima stagione è stata riconosciuta anche dalla comunità scientifica internazionale come un importante strumento di supporto terapeutico e di sensibilizzazione sociale, questa seconda stagione prosegue sulla stessa strada, rafforzandone il messaggi, parlare di cancro senza retorica, con ironia, lucidità e verità.

I 24 ragazzi coinvolti, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, raccontano la quotidianità dell’ospedale, il linguaggio a volte incomprensibile dei medici, l’ansia dei genitori, l’amicizia, la sessualità e la paura. Non per banalizzare la malattia, ma per abitarla senza esserne schiacciati. Non ridere del cancro, ma, come spiegano loro stessi, ridere dentro il cancro.

Guest star e nuove ambientazioni

Ad arricchire questa seconda e conclusiva stagione è la presenza di numerosi ospiti speciali che hanno scelto di partecipare al progetto mettendosi in gioco accanto ai ragazzi: Gerry Scotti, Giovanni Storti, Max Angioni, Juliana Moreira, insieme ad Alessandro Betti, Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli.

Le riprese si sono svolte, come nella prima stagione, all’interno dell’ambulatorio di Pediatria Oncologica dell’Istituto, con un’eccezione significativa: l’episodio La C-Card, in cui il protagonista Phil arriva negli studi Mediaset di Caduta libera e diventa concorrente del quiz condotto da Gerry Scotti.

Una rivoluzione nel linguaggio

Ho preso un granchio 2 non offre lezioni né slogan. Offre qualcosa di più raro, un linguaggio nuovo. L’ironia diventa uno strumento che disinnesca la pietà, rompe la retorica e restituisce complessità a chi vive la malattia.

Dire “ho il cancro” senza dover aggiungere per forza “ma sto combattendo” è un atto comunicativo potente e, per molti, liberatorio.

Ed è proprio in questa normalità riconquistata, fatta di sorrisi, fragilità e coraggio, che la serie trova la sua forza più autentica.

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