«La serie B? Affascinante, ma con pochi giovani»

Caro Fascetti, per una volta si trasformi in mago e faccia le carte all’ultima giornata di serie B.
«Lasciamo stare i maghi, ce ne sono troppi in giro. Comunque il Lecce oggi sarà in serie A: un bel pareggio col Sassuolo, un punticino e oplà il salto è fatto».
E dietro, chi fra Brescia e Cesena per l’altra promozione diretta?
«Padova-Brescia è una delle due partite vere di oggi. E per i bresciani non è facile perché il dover vincere a tutti i costi può giocare brutti scherzi. Il Brescia ha una bella squadra, un ottimo allenatore, un presidente fantastico e attaccanti di valore ma sarà comunque una partitaccia col risultato da tripla. Va meglio al Cesena che a Piacenza può fare bottino pieno o anche accontentarsi del pareggio nel caso il Brescia dovesse perdere».
E quale sarebbe l’altra partita vera?
«Frosinone-Triestina decide il quartultimo e quintultimo posto in classifica. Ma attenti anche a Ancona-Mantova, perché anche questa è da tripla e dispiace vedere i lombardi così conciati e in una crisi societaria che sembra irreversibile. E pensare che erano partiti con ambizioni opposte guardando ai playoff».
Ma che campionato di B è stato questo?
«Un campionato incerto, non ad alti livelli ma comunque affascinante proprio perché sono emerse nuove realtà. Penso al Cittadella, un esempio per tutti, dove si lavora bene e i bilanci sono sani, senza debiti. Con tanti giocatori giovani che hanno voglia di mettersi in mostra: Ardemagni, Pettinari, il mio parente Bellazzini».
Come suo parente?
«La mamma era la sorella di mio padre. Ma, bando agli scherzi, lo elogio perché sta giocando davvero bene. Quanto al Cittadella lo rivedo nel Varese dei miei tempi, con tanti giovani e il bilancio a posto».
Qualcuno l’avrà pure delusa?
«Il Torino è un disastro e il presidente Cairo deve decidere una volta per tutte cosa fare perché così non può più andare avanti. Le colpe sono esclusivamente sue perché ha speso tanti soldi a vuoto, cambiato troppi allenatori e preso tanti giocatori costosi. Adesso va ai playoff, ma non li supererà. Lui pensa di fare una squadra da A comprando a più non posso, ma io ricordo il mio Torino della stagione 1989/90, programmato con i giovani, che ha sfiorato il titolo e si è ben comportato anche in Europa. E Cairo sta facendo tutto il contrario».
Reggina, altra delusione?
«Eccome, malgrado un buon presidente come Foti e meno male che si sono salvati. Avevano Novellino, l’allenatore adatto e l’hanno mandato via. Ma questa per loro è stata un’annata nata male e gestita ancora peggio».
Giovani emergenti, oltre a quelli del Cittadella?
«Poco o niente. Eder è un buon giocatore, Pinilla la butta dentro, ma rischiano tutti di fare la fine di Milito che dall’Italia è stato mandato all’estero ed è esploso da noi a trent’anni. Bisogna puntare sui giovani e crederci. Questo lo devono capire i nostri osservatori che girano sui campi in cerca di talenti e non ne imbroccano uno».
A proposito, ha dato qualche consiglio al suo concittadino Lippi?
«Me ne guardi bene, gli ho fatto solo gli auguri perché ne ha davvero bisogno».


E a Mourinho cosa direbbe?
«In Italia tatticamente ha imparato qualcosa e soprattutto che si vince con la difesa forte. Però mi piace, è uno che dice la verità, che non ha peli sulla lingua. In questo almeno mi assomiglia».

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