Roma - Le finali dei mondiali di calcio al confronto erano noiose partitelle da oratorio. L’Italia-Germania di questi giorni è una sfida che travolge i social network e i blog dei due Paesi. Una valanga di tifo pro e contro Il Giornale innescata dall’articolo del settimanale Der Spiegel a proposito della tragedia della Concordia con l’accusa agli italiani codardi «mordi e fuggi» e poi dalla risposta di ieri del Giornale, con il titolo: «A noi Schettino, a voi Auschwitz», e un ricordo degli orrori del nazismo. Una provocazione riportata anche dai siti dei principali quotidiani italiani, come Il Corriere e Repubblica, e che dunque ha fatto il giro d’Europa e del mondo.
Le diplomazie tacciono. Due giorni fa il nostro ambasciatore a Berlino, Michele Valensise, aveva attaccato le affermazioni «volgari e banali» dello Spiegel. L’ambasciata tedesca a Roma ieri ha risposto con un «no comment» alla replica del Giornale, ma i siti ribollono, e le pagine in rete dello Spiegel sono inondate di commenti, molti di appoggio alla linea del nostro quotidiano, con una dura condanna del nazismo che si rinnova proprio nel giorno della memoria dell’Olocausto, altri di insofferenza per entrambi i titoli. Certo è che, dopo l’editoriale del direttore Alessandro Sallusti e il titolo del Giornale, dell’affondo dello Spiegel contro l’Italia si parla ovunque e senza remore.
L’autore dell’articolo, raggiunto dalla Stampa, si difende: «Sono stato frainteso, mai parlato di razza ma di stereotipi, anche positivi. Nessun tedesco farebbe l’inchino per salutare la mamma».
Tra i partiti italiani ad appassionarsi al caso è in particolare la Lega: «I tedeschi ci fanno pentire di essere in Europa insieme a loro - il commento del governatore veneto Luca Zaia - Il governo Monti tiri fuori i fondamentali». Su Twitter il caso Spiegel-Giornale era nella top ten degli argomenti più discussi della giornata. Sulla pagina del settimanale di Amburgo su Facebook, in particolare, erano tantissimi i commenti di italiani indignati: «Quanti eroi tedeschi a Marzabotto, 1944», faceva notare con ironia Alessandro Cavarape. Erminia Visco: «Questo non è giornalismo, è una barbarie! Gli italiani del Giglio hanno anche aperto le loro case ai vostri connazionali!».
Sulla pagina del Giornale, un vero scontro tra pensieri opposti: si andava dal «fate schifo», rivolto ai giornalisti di questo quotidiano, con altri insulti irripetibili, a moltissimi messaggi di stima. Fiorenzo Bucci: «Grazie direttore, siete stati gli unici a difenderci da un attacco razzista che abbiamo ricevuto da chi nulla sa imparare dalla storia». Benedetta Porry Pastore: «Io penso che oggi avete avuto coraggio e avete fatto bene, anzi benissimo, a pubblicare l’editoriale di Sallusti. E questo lo dico da persona che generalmente non vi legge e non è d’accordo con voi». Anche su Twitter lodi e minacce. Billy Ballo: «A noi Schettino, a voi Auschwitz. A me un revolver e l’indirizzo de Il Giornale». Sul blog del Corriere, invece, più i commenti positivi: Simone 67: «Personalmente credo che Sallusti abbia giustamente difeso il popolo Italiano. Per quanto riguarda Auschwitz è un fatto, non è una bugia». Argentopuro: «Ha fatto bene il Direttore a rispondere così duramente».
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