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Il servizio civile dell’Arci: fare canottaggio a Procida

Ecco come vengono impiegati centinaia di giovani stipendiati per un anno dallo Stato

Il servizio civile dell’Arci: fare canottaggio a Procida

da Milano
È da anziani pensare di aiutare gli anziani. Sembra un gioco di parole, ma è la tesi di fondo del nuovo modo di intendere il servizio civile nazionale. Largo alla fantasia: fumetti, sport e tutto quanto possa «formare il giovane volontario». A spese dello Stato.
Insomma, l’obsoleta obiezione di coscienza non esiste più e il servizio civile non ne deve ricalcare le orme: «L’assistenza ad anziani e disabili è un’attività molto nobile - spiega Licio Palazzini, presidente di Arci Servizio Civile -, ma l’obiettivo del servizio non è la semplice utilità pubblica, bensì la crescita civile dei ragazzi». Ineccepibile. Non si vive di soli ospizi. Resta però il fatto che talvolta ci vuole qualche sforzo per rintracciare la crescita civile in certi progetti.
Qualche esempio lo fornisce proprio Arci Servizio Civile, l’associazione a cui sono indirizzati oltre tremila ragazzi e che riunisce Arci (564 volontari), Arciragazzi, Legambiente e tutto un universo di altre realtà. Enti, spiega Palazzini, «in gran parte legati ad Arci, o che hanno aderito per aver ottenere volontari». Ed è in questa galassia che spiccano esempi di “servizio civile creativo”.
L’occhio cade ancora su Procida, già destinataria di 79 volontari per il suo Cineclub. Ma sull’isola sono anche degli amanti dello sport. E allora 6 ragazzi approderanno nell’ambito del progetto Canottaggio a Procida. L’obiettivo? «Promuovere gli sport nautici e ricreare una società sportiva canottieri», come antidoto alla «tossicodipendenza» e alle «cattive compagnie». Piaghe degne di intervento da parte dello Stato, ma difficili da sconfiggere a colpi di remi. La prospettiva di Arci però è diversa: «Non fermiamoci alle attività - replica Palazzini -, dobbiamo guardare gli obiettivi. Se questi non verranno raggiunti, si interverrà».
Ma se gli obiettivi sono imperscrutabili ai più? Per esempio, come giustificare la Scelta vegetariana, che recluta quattro «studenti e laureandi motivati alla causa vegetariana, ambientalista e animalista»? Come spiegarlo agli allevatori bovini associati? Qualche appiglio etico in più lo si trova in Africa Comics, che consente di organizzare mostre e concorsi per disegnatori provenienti dal Continente Nero. Buono per imparare le lingue, come pubblicizza il bando; meglio di una vacanza studio. E poi ancora i Gruppi di acquisto in rete, che insegnano a comprare senza metter piede nei negozi (per la gioia di Confcommercio). Dal produttore al consumatore,, con gite nella campagna toscana per imparare «valori e qualità dell'agricoltura biologica».
Insomma, il dubbio resta. Le perplessità stanno in una diversa concezione del servizio civile, come spiega Palazzini: «I ragazzi devono imparare diritti e doveri. A volte, assistendo un grande invalido, si sentono solo sfruttati». Vero, soprattutto se il volontario statale è solo la scusa per non assumere un professionista. Ma anche tutelare il patrimonio della cineteca Griffith, quello sindacale o quello dell’Istituto Gramsci potrebbe essere una scusa per risparmiare su un archivista. E a giovarne sarebbero libri e pellicole, non persone.
Ciò non toglie che la grande maggioranza dei progetti di Arci Servizio Civile sia di grande spessore umano (disabili, bambini, disagio sociale). Un po’ meno la miriade di convegni, dall’Educazione alla pace e alla cultura planetaria all’immancabile Commercio equo come laboratorio di economia sociale.

Forse, in fondo, è ancora meglio il caro vecchio obiettore che passa a prendere la nonnina.

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