Sesso e soldi, nelle carte del gip le solite trappole

L'ordinanza del gip di Firenze: Anemone si era dato da fare per "organizzare una 'cosa megagalattica' per Bertolaso". Dalle indagini emerge l’interessamento anche di soggetti legati alla mafia: l'ombra sulla Maddalena. E il gip sintetizza: "Storia di ordinaria corruzione"

Sesso e soldi, nelle carte del gip le solite trappole

Roma - L’imprenditore romano Diego Anemone, finito in manette per essere ritenuto il presunto corruttore del sottosegretario Guido Bertolaso e altri pubblici ufficiali per favoritismi negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, si era dato da fare per "organizzare una 'cosa megagalattica' in favore del Bertolaso". A scriverlo è il gip nella sua ordinanza. Dalle indagini svolte è, poi, "emerso l’interessamento anche di soggetti legati alla malavita organizzata di stampo mafioso che controllano cordate di imprese interessate al banchetto costituito dagli ultramilionari appalti".

Il gip: "Fatti gravissimi" "I fatti sono gravissimi - scrive il gip - proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti di cointeressenza tra gli indagati e per le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello stato rese possibili, tra l’altro, da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici che presuppone in chi la deve gestire e applicare ancora di più rispetto delle regole di trasparenza, fedeltà, imparzialità ed efficienza imposte da legge e Costituzione ai pubblici ufficiali componenti". "La gravità appare - scrive ancora il gip - se possibile , ancora maggiore se si pensa che il delitto oggi contestato e in relazione al quale si chiede la maggiormente afflittiva tra le misure cautelari, matura nell’ambito di un sistema non a caso definito 'gelatinoso' non dagli investigatori ma da alcuni degli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaffare".

Le conversazioni intercettate Secondo quanto si legge nel provvedimento, infatti, "il tenore delle conversazioni intercettate non pare consentire interpretazioni diverse da quella che trattasi di prestazioni sessuali di cui il Bertolaso dovrebbe usufruire presso il centro benessere riconducibile all’Anemone; peraltro, l’occasione verrà sfruttata dal Bertolaso solo in un momento successivo". In altra parte dell’ordinanza si ribadisce che nel "centro benessere Salaria sport village, riconducibile alla stessa famiglia Anemone", Bertolaso "usufruisce non solo di 'massaggi', ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali", come proverebbero diverse conversazioni intercettate.

Le chiavi della cassaforte Secondo il gip, "appare peraltro comprensibile, attesi i rispettivi ruoli, che Anemone abbia un occhio di riguardo nei confronti dell’illustre suo conoscente, soggetto con un importante e decisivo ruolo istituzionale che gli permette di gestire e decidere la spesa pubblica connessa alla realizzazione degli appalti del G8 di cui l’Anemone è aggiudicatario". E vi sono diverse telefonate dalle quali, si legge nell’ordinanza, "appare evidente" come sia Bertolaso "ad avere le chiavi della cassaforte".

L'organizzazione della festa Tornando alla "cosa megagalattica", Anemone avrebbe deciso di organizzarla subito dopo un incontro avuto con Bertolaso nel settembre 2008 per comunicargli i maggiori costi previsti per l’esecuzione delle opere del G8. L’imprenditore è preoccupato per la reazione che potrebbe avere Bertolaso e, mentre gli manda un sms per fissare l’appuntamento, "si attiva per raccogliere denaro contante anche utilizzando canali insospettabili quali tale don Evaldo Biasini che, dal contenuto delle conversazioni intercettate, risulta occuparsi di opere di beneficenza in Africa". Sempre dalle intercettazioni, risulta che l’incontro tra Anemone e Bertolaso c’è stato e ha avuto "esito positivo", come riferisce l’imprenditore il 21 settembre 2008 alla moglie e a Mauro Della Giovampaola, pure lui arrestato, un funzionario della struttura di missione per il G8. "Sempre parallelamente, proprio lo stesso 21 settembre - annota il gip - l’Anemone, unitamente al Rossetti (Simone Rossetti, indagato, gestore del Salaria sport village - ndr)", si attiva per organizzare la "cosa megagalattica".

Le intercettazioni
ROSSETTI: ...capo
ANEMONE: ...eccomi
R.:...allora domenica prossima alle 8
A.:...di quello che parlavamo prima...?
R.:... si si... cosa megagalattica
A.:...ma li da voi?
R....chiudo il circolo due ore prima...festa al Centro Benessere A.:...benissimo okay
R.:... (inc)... con lui
A.:...eh?
R.:...tre persone con lui (...)
A.:...grazie... quindi l’ora a che ora è?
R.:...io direi per le 8 così ci organizziamo.. un pò di frutta prima... champagne... frutta ... un pò di colori fuori... cose

Il 23 settembre altra conversazione intercettata tra i due.

ANEMONE: ...2 cose... la prima al 99% domenica va bene
ROSSETTI: ...okay... perfetto
A.:...me lo conferma sabato... però m’ha detto che al 99%... si
R.:... okay... sicuramente ci costerà qualche soldino
A.: non mi frega un c. Simò
R.:...no, no, io ’ste cose
A.:...sì, sì, però mi raccomando...la riservatezza tua e basta...Simò
R.:... ah...Diè...tranquillo proprio...

I due parlano ancora della festa il 25 settembre.

ROSSETTI:...senti quante situazioni devo creare?...una...due
ANEMONE:....io penso due... lui si diverte... due
R.:...tre?...che ne so! A.:...eh la Madonna!
R.:...(ride) va bene... a posto
A.:...di qualità!
R.:...assolutamente Bertolaso, in una telefonata ad Anemone del 27 settembre, spiega però di non poter essere a Roma la sera dopo, domenica.
ANEMONE.: ...quindi non ci sei domani sera BERTOLASO: ...no domani sera... ahimè non ci sono
A.:... ho capito...
B.: ...però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione (...)
A.:...come no! come no!...grazie...ci sentiamo in settimana. 

Gli interessi della malavita La figura centrale, in questo caso, è l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere Pubbliche e Ambiente Spa, con sede a Roma. Piscicelli è l’uomo che, secondo il gip si aggiudica uno degli appalti minori per i mondiali di nuoto di Roma 2009, quello relativo alla piscina di Valco San Paolo, per un importo complessivo di 12 milioni di euro. "De Vito Piscicelli - scrive il gip - è un personaggio alquanto importante in tale inchiesta". E' lui infatti a mettere in contatto i responsabili dell’azienda fiorentina 'Btp' con Balducci e De Santis. E questi ultimi avrebbero assicurato alla Bpt l’aggiudicazione di alcuni appalti per il 150esimo dell’Unità d’Italia. In questo contesto, scrive il gip, De Vito Piscicelli, "in numerosi dialoghi intercettati, faceva riferimento al fatto che aveva dovuto contrarre un prestito di 100mila euro con soggetti campani, per soddisfare alcune richieste avanzategli dall’ufficio di via Ferratella (il Dipartimento dove lavorano Balducci e De Santis, ndr)". Dal "tenore dei dialoghi intercettati - prosegue il gip - induceva a ritenere che si trattasse di un prestito usuraio, elargito da soggetti che lo stesso De Vito Piscicelli indicava come pericolosi". Nella telefonata intercettata con il cognato, infatti, l’imprenditore li definisce così: "Son quella gente che è meglio che ci stai lontano...se si sgarra è la fine...quello vanno trovando...io già l’altra volta dal 5 del mese...sono passati al 10...".

Cinismo sui terremotati "Qui bisogna partire in quarta subito...non è che c’è un terremoto al giorno". Nelle carte dell’inchiesta emerge anche il "cinismo", come lo definisce il gip, di personaggi che a pochi giorni dal terremoto dell’Aquila pensano solo a come speculare sugli appalti. Il primo riferimento, si afferma nell’ordinanza, è in una telefonata tra Angelo Balducci e Diego Anemone dell’11 aprile in cui si parla del futuro del figlio di Balducci e in cui Anemone "rinfaccia - scrive il gip - a Balducci che la vera ragione per cui ha partecipato alla riunione del pomeriggio per lavori post terremoto" sia proprio l’assunzione del figlio. Balducci a sua volta, prosegue il gip, "vuole far pesare il fatto che si è fatto promotore per l’inserimento delle imprese Anemone per i lavori post terremoto". Il contenuto della telefonata ("Cioè dico tu ti rendi conto...ti rendi conto...cioè oggi...al posto mio chi si sarebbe mosso?...chi?...") fa sottolineare al gip "il cinismo dei due che, a pochissimi giorni dal tragico sisma dell’Abruzzo, non esitano a programmare speculazioni in sede di ricostruzione". L’altra riferimento al terremoto è in una telefonata del 6 aprile - il giorno del sisma - tra l’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli (coinvolto nell’inchiesta per esser stato il tramite tra una ditta fiorentina e Balducci e De Santis) e suo cognato Gagliardi. "Che il terremoto abbia suscitato gli appetiti di tali personaggi privi di scrupoli - scrive il gip riferendosi agli arrestati - lo si ricava anche da altre conversazioni che danno un quadro veramente inquietante circa la realtà della gestione degli appalti pubblici in Italia".

Il testo della telefonata
PISCICELLI: si
GAGLIARDI:...oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perchè qui bisogna partire in quarta subito...non è che c’è un terremoto al giorno
P:..no...lo so (ride)
G:...così per dire per carità...poveracci
P:..va buò ciao
G:...o no?
P:...eh certo...

io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto
G:...io pure...va buò...ciao.

Piscicelli è colui che, scrive il gip, "con le macerie ancora calde" è "già pronto a buttarsi sul denaro per la ricostruzione del martoriato Abruzzo".

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