Sestri Levante tutta in rosa per la 12ª tappa del Giro

Maria Vittoria Cascino

Sestri Levante che oggi aspetta il Giro. Sestri che riasfalta le strade. Sestri che riempie le vetrine di maglie rosa. Sestri perlustrata dagli elicotteri. Sestri che ci tiene a fare la sua figura in mondo visione. Diciotto Paesi per la dodicesima tappa Livorno-Sestri Levante, centosettantuno chilometri di Toscana e Liguria pedalati e raccontati. Con la passione del tifoso, l'orgoglio del «io c'ero», l'attesa della volata in Piazza della Repubblica. Che è tutto una festa.
Se lo dicono da giorni, si mettono d'accordo su dove seguirlo, parlano da ciclisti consumati, che le curve a gomito di Novano prese in discesa dal Bracco mica le fai alla leggera. Segui i discorsi che si allacciano, senti l'aria che frigge di chi non sta più nella pelle. Quarantaquattro anni che lo aspettano questo Giro nazional-popolare. Che imbarca 198 corridori, 450 automezzi e 30 motociclette. Che arrivano da Livorno, passano le Cinque Terre e all'altezza del Santuario di Soviore prendono per Levanto. Salgono alla Baracca, scendono da Novano e s'allungano su Sestri intorno alle 16.30. E cosa vuoi che sia se ti blindano neanche fosse il G8. Che quell'isolamento ti fa sentire speciale.
Dalle 7 alle 21 di oggi Sestri è di chi per il Giro dà l'anima. Quelli del Comitato organizzativo lavorano come bestie, i volontari girano con la scopa, la cartellonistica brilla, e nessuno mugugna. Che il Giro ha fatto il miracolo. C'è la nonnina che si prenota dal nipote con finestra sul fotofinish. C'è il gruppo di anzianotti in batteria con bici lustrate per l'occasione. C'è chi snocciola gli aneddoti di allora ai ragazzini pronti a saltare in sella oggi. Che questo Giro un po' è di tutti, che di storie in 89 anni ne ha raccolte e lasciate. Un sopralluogo via l'altro, le transenne da sistemare, il palco da montare, mentre i manifesti si sono presi muri e l'adrenalina ha acceso la città. Te lo scrivono e te lo ripetono dove puoi andare e cosa puoi fare. Locandine del Giro e normative.
Così, per chi arriva da Lavagna direzione La Spezia la svolta è in Viale Roma (stazione ferroviaria). Mentre dalle 14 alle 20 si potrà solo raggiungere l'autostrada e le frazione o tornare indietro in Via Antica Romana Occidentale. Per chi arriva dal casello, da Riva, Moneglia e Bracco, fino alle 14, transito consentito in tutte le direzioni e per via Fascie (Aurelia) sino a Via della Chiusa, poi Piazza Moro e ritorno sulla stessa strada. Dal centro in direzione Casarza Riva, Moneglia e Provinciale 523, transito vietato dalle 14 alle 20. Il parcheggio lo trovi in Largo Sturla, secondo tratto di Via Dante (area ex Fit), area adiacente alle nuove piscine (ingresso Via Sedini) e area Cantine Mulinetti. Bandite le auto, resta la carovana fracassona del Giro che s'accampa all'Istituto De Ambrosis Natta.
Ma se è vero che la voglia viene pedalando, Sestri al Giro ci ha appeso di tutto. Calendario fitto, che alla volata ci arrivi preparato e caricato. Alle 8.30 ti spari la pedalata ecologica «Pedalando si respira. In Giro» da Sestri a Casarza, con chiusura nel giardino delle scuole. Pausa, con il sindaco Andrea Lavarello che consegna una targa alla famiglia di Alberto Massucco, il giovane casarzese promessa del ciclismo, morto in un incidente stradale. Poi di corsa all'inaugurazione della pista ciclabile con targa in onore di «Cinin» Cafferata, gloria sestrese che al Giro partecipò tre volte come gregario di Giovanni Valetti, trionfatore nel '38 e '39.
A Casarza, che oggi tiene chiuse le sue scuole, verrà allestito un maxischermo per seguire le fasi conclusive della tappa. Per i più piccini, dalle 8.30 alle 11, la promozionale di mini mountain bike organizzata dal G.S. Levante. Poi la sfilata della banda cittadina e degli sbandieratori di Lavagna.


Ore che sanno di «sabato del villaggio», dove tutti si scoprono italiani di Giro e la maglia rosa l'infilano per ritrovarsi. Per soffrire sulle curve di Novano e infilare Via Fasce al traguardo di oggi, 16.30, Piazza della Repubblica. Fino all'ultimo respiro, che l'emozione ce l'hanno ferma in gola da quarantaquattro anni.

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