Il settebello di «Qualità Abruzzo»

nostro inviato a Pescara

Dopo Sicilia, Friuli e Campania e prima della Sardegna, la regione ospite di Identità Golose, il gennaio prossimo a Milano, sarà l’Abruzzo. Lo sarà per i suoi prodotti, a iniziare da olio, vino e zafferano, e per i suoi cuochi che stupiranno sempre più ora che stanno uscendo dal cono d’ombra di una fetta d’Italia a lungo condizionata da povertà e difficoltà di comunicazione. E, secondo caso in assoluto dopo il Piemonte (ma vorrei tanto essere smentito), c’è pure un’amministrazione regionale, in particolare nelle persone di Enrico Paolini e Rocco Persico, che ha preso a cuore il tema con un taglio nuovo per il grosso del Buon Paese: propagandare i tesori agroalimentari attraverso i re dei fornelli, con i loro nomi e cognomi, le loro storie e le loro facce. A Torino li hanno battezzati «Le stelle del Piemonte» pensando alla guida che muove più interessi, la Michelin, mentre tra Pescara e L’Aquila si è voluto evidenziare, nella terra degli arrosticini e della pasta alla chitarra, l’altro valore, dopo la quantità, che caratterizza una ricetta (o, almeno, così dovrebbe essere): la qualità. Ecco spiegato perché i migliori chef, tra mar Adriatico e vette appenniniche, formano da un paio di mesi «Qualità Abruzzo», www.qualitaabruzzo.it.
E la crescita della regione è tale che un editore di L’Aquila, Textus, ha pensato a un volume che racconti il meglio attraverso una decina di grandi cuochi, nonché le immagini di Ken Griffiths, www.kengriffiths.com, sua una foto cult di Ronaldo a mo’ di messia, e le riflessioni sulle stesse dello scrittore Norman Thomas di Giovanni, nomi scelti pensando anche all’edizione in inglese perché è ormai tempo che l’Abruzzo, che dall’Ottocento in poi ha disseminato il mondo anglosassone di immigrati in cerca di fortuna, si faccia conoscere anche per le sue ricchezze golose. E mentre una redazione può procedere secondo libero arbitrio, una struttura pubblica deve invece cercare un denominatore omogeneo per selezionare il meglio. E così per «Qualità Abruzzo» c’è un comitato tecnico composto in avvio da tre realtà guidaiole (Alessandro Bocchetti del Gambero Rosso, Luigi Cremona responsabile della pubblicazione del Touring e Roberto De Viti dell’Espresso) e c’è una sorta di tutor in Heinz Beck, il tedesco che ha portato in paradiso la Pergola del Cavalieri Hilton a Roma e che scollina volentieri lungo la via del Gran Sasso.
Criterio brutale ma giusto: chi ha un buon voto entra, a suo gradimento perché nessuno viene obbligato e ci può essere sempre quello che preferisce correre da solo o maturare un convincimento più profondo. Questo spiega perché il gruppo è un settebello e non un ottosognante. Unico stellato in terra d’Abruzzo, sempre avara di riconoscimenti da parte della guida rossa, Niko Romito, del Reale a Rivisondoli, è il purosangue a parte, almeno per ora. Il sodalizio infatti, per essere ancora più forte, non solo dovrà convincere Romito della bontà del gioco di squadra, ma creare anche una sorta di elenco giovani per segnalare il nuovo e non limitarsi a una funzione notarile, penso ad esempio ai fratelli Di Tillio, Christian e Mirko, del Ritrovo a Civitella Casanova che per freschezza di idee hanno pochi eguali anche delle regioni confinanti o a Nicola Rapino dell’Angolino sul Mare a Francavilla.
Voti alla mano, nel sito e nell’opuscolo che può essere richiesto con una semplice e-mail ad alessandra.simone@regione.abruzzo.it, hanno trovato spazio tre insegne di costa (è la metà cucinante che langue) e quattro di montagna (la metà vincente): Andrea Beccaceci del Beccaceci a Giulianova, Lanfranco Centofanti dell’Angolo d’Abruzzo a Carsoli, Carlo De Sanctis dell’Angolino a San Vito Chietino, Antonello Moscardi di Elodia a Camarda sopra L’Aquila, Marcello Spadone della Bandiera a Civitella Casanova, Giuseppe Tinari di Villa Maiella a Guardiagrele e Antonino Strammiello delle Paillotes a Pescara che è anche un avamposto giapponese sulla sabbia adriatica per via di sushi e sashimi serali.

Oltre a Romito e Di Tillio, nel volume della Textus, ancora aperto, pronto non prima di inizio dicembre, trova spazio anche la tradizionalissima Patrizia Zenobi a Colonnella, in pratica il primo comune superato il fiume Tronto e lasciate pertanto alle spalle le Marche, e non stonerebbe affatto Fabrizio Camplone, maestro pasticciere in Pescara, perché ormai alta cucina e alta pasticceria viaggiano a braccetto.

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