Una settimana di Fede Tutto il nuoto azzurro aggrappato alla Pellegrini

L’Italia non è mai stata così dipendente da una donna. Primo test del dopo costumoni e del dopo Castagnetti. La veneziana guida una truppa di nobili decaduti e di speranze

Una settimana di Fede 
Tutto il nuoto azzurro 
aggrappato alla Pellegrini

E sotto il costumone? Ora ce la verranno a raccontare meglio. Impossibile trovare niente sotto il costumone di Federica Pellegrini. Più facile veder dissolversi altre bracciate ed altri campioni. Ora tutti in vasca per il primo giro verità. Il nuoto d’Europa ci svelerà qualche bluff. O confermerà che i campioni vanno come siluri anche con il costumino. I fenomeni torneranno umani. C’è già Phelps che se ne sta sulla nuvoletta dei super. Gli europei in vasca lunga del nuoto post costumone tolgono il velo. L’Italia del fondo è stata super, quella della vasca rischia di aggrapparsi a Federica Pellegrini e poco altro. D’accordo ci sono anche i tuffi, ma dici nuoto e pensi a quelli che se la filano in corsia a suon di bracciate.

Saranno gli europei del post Castagnetti e per l’Italia rischia d’esser un grattar di capo. Castagnetti era un ct che sapeva ammorbidire le situazioni difficili anche con l’esterno, con i media, con la critica. La sua Italia qualche volta ha fallito, eppure con una battuta, un sorriso e un tirar di sospiro, il commissario tecnico sapeva prender tempo e chiedere fiducia. Spesso ben riposta.

Federica Pellegrini si presentò quattro anni fa, agli europei sull’isola Margherita, ad un passo dall’essere o non essere: aveva già deciso di affidarsi a Castagnetti non solo come ct, ma come tecnico personale. Era una ragazza che camminava sul filo, e forse senza rete sotto. Castagnetti l’ha aiutata a diventare la regina del nostro sport, inteso in senso totale. Non solo quello che ti fa inzuppare la testa e i muscoli dentro la vasca.

E, infatti, questi campionati d’Europa segnano una sorta di svolta anche nel costume (in senso figurato) dello sport italiano: c’è una donna sola al comando. Mai visto, in modo così definito e definitivo, mai così poco e così male inseguita dai maschietti. Direte: capitò con la Calligaris negli anni Settanta. Chi altro le teneva testa? E che dire di Deborah Compagnoni nello sci? Ci provò anche Sara Simeoni. Vanno ricordate la Trillini e la Vezzali nella scherma. La Idem fa discorso a parte: la canoa in Italia è sport di nicchia.

Nessuna si è mai trovata così solitaria. Qualche maschiaccio è guizzato a tener botta nello specchio delle loro brame. Magari era soltanto dispettoso, ma c’era. Qui tutti dietro, appassionatamente. La Pellegrini è regina totale: prestazioni, successi, pubblicità, gossip. Non si nega e non ci nega nulla. Le altre erano macchine da guerra, magari regine capricciose, ma ragazze di sport e poco altro. Federica è più completa anche nell’immaginario del tifoso. Tien testa a Valentino Rossi in popolarità. Ha un pedigrèe invidiabile. Cerca di salire sempre un gradino in più: qui proverà 200 e 400 stile libero, ma anche gli 800. Occuperà quasi tutta la settimana. Dopo aver fallito la prima gara ai Giochi di Pechino, ha svoltato: nello sport e nella vita. Ed ora illumina la via dell’acqua e del nostro movimento sportivo.

Quattro anni fa, Budapest (sempre campionati europei) mise la corona in testa a Filippo Magnini. Ora la vasca e il pubblico dell’Alfred Hajos ritroveranno il nostro siluro diventato simbolo dell’atleta comune: vincente, perdente, senza più certezze. Alessia Filippi ha tentato di reggere la controparte, ma è finita in un vortice di incertezze. Oggi si proverà nei 200 dorso: per firma o per convinzione? Eppure è campionessa uscente degli 800 sl e dei 400 misti. Sarà un’Italia di giovani, di speranze (lo stileliberista Marco Orsi, la farfallista Di Pietro, la Gemo nel dorso) e di non ti scordar di me (i fondisti Colbertaldo e Pizzetti, il dorsista Lestingi, il farfallista Belotti, il solito Marin).

Poi ci saranno gli altri. Spiderman, il tedesco Paul Biedermann, l’uomo che ha battuto Phelps ai mondiali.

E Hulk, ovvero il francese Alain Bernard. L’idolo di casa Laszlo Cseh e le belle in vasca: dalla svedese Therese Alshammar alla rana letale, la russa Efimova. Sono fenomeni. O sembrano. Via il costumone e diteci chi siete.

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