Paolo Scotti
da Roma
La scelta è di quelle che - teatralmente parlando - possono definirsi «coraggiose». Nuovo direttore artistico dello Sferisterio di Macerata, infatti, è da oggi Pier Luigi Pizzi. Come a dire: alla guida d'una delle arene più popolari e di massa delle estati melomani italiane, ecco un artista lirico (regista, scenografo e costumista fra i massimi al mondo) che è il simbolo stesso della raffinatezza teatrale. «Rischioso ma eccitante - considera Evio Ercoli, curatore della quarantaduesima stagione maceratese, in scena dal 28 luglio al 13 agosto -. Lo Sferisterio ha passato momenti bruttissimi. Causa i tagli dei finanziamenti governativi rischiava addirittura di chiudere. La scelta di Pizzi è diventata allora la nostra ciambella di salvataggio: la direzione d'un grande come lui, a Macerata già trionfatore proprio grazie a spettacoli sofisticati come Les contes d'Hoffman, ci garantisce un rilancio alla grande». Presa in mano la precaria situazione, ricostruito lo storico palcoscenico ormai fatiscente, e firmati integralmente ben due dei tre titoli in cartellone, Pizzi ha infine rivoluzionato la natura stessa della stagione maceratese: «Che da oggi, infatti, diventa festival: lo Sferisterio Opera Festival. Per la prima volta alternando sullo stesso palco, in tre giorni contigui, tre diversi titoli: il mozartiano Flauto magico (dal 28), la verdiana Aida (dal 29), la pucciniana Turandot (dal 30)». Autore della parte visiva di due opere (dirette, la prima da Guillaume Tourniaire, e la terza da Daniele Callegari), Pizzi cederà il passo a Massimo Gasparon per l'Aida. A legare i tre allestimenti - tutti basati su un fascinoso dispositivo scenico a gradinate, che sostituisce il vecchio palco - il tema dell'iniziazione esoterica. «Linea guida del Flauto magico, spesso letto come una fiaba, sarà invece il rigore della concezione illuminista».
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