Sfida Antonveneta: Abn torna in sella Bpl chiama gli alleati

Sale la tensione attorno al board filo-olandese, Fiorani sente gli advisor e studia le contromosse. Il nodo dell’assemblea

Massimo Restelli

da Milano

L’appuntamento è poco dopo mezzogiorno nella sede di Antonveneta dove, mentre Padova sarà stretta dall’abbraccio dei fedeli accorsi per la ricorrenza di Sant’Antonio, si riunirà il consiglio di amministrazione dell’ex popolare. Malgrado il clima festivo che si respirerà in città, si preannuncia un’appuntamento teso per il presidente Tommaso Cartone, costretto a convocare il board dalle pressioni di Abn Amro proprio mentre la Popolare di Lodi è impegnata a valutare il ritocco all’Opa apportato dagli olandesi nella notte di venerdì.
I contatti tra l’amministratore delegato Gianpiero Fiorani e il fronte raccolto intorno a Bipielle sono proseguiti per tutto il fine settimana così da stabilire una strategia comune. Il tenace banchiere, che all’assemblea dei soci aveva infiammato il cuore della «base» evidenziando il valore industriale dell’integrazione con Padova, coltiva il fermo desiderio di non arrendersi. Per questo sul tavolo degli advisor non mancherebbero le simulazioni per un rilancio dell’Ops (da 26 a 27-27,5 euro) così da conservare il carattere «migliorativo» dell’offerta volontaria sui cui vigila la Consob. Mentre si moltiplicano le voci che un aiuto potrebbe arrivare da Deutsche Bank (già schierata per il prestito da 4,9 miliardi) molto dipenderà dalla tenuta degli alleati che, dopo le verifiche incrociate e gli abboccamenti di Fiorani con i consulenti, potrebbero incontrarsi oggi. L’altra strada percorribile è accettare i 26,5 euro offerti dagli olandesi, la cui Opa valorizza Antonveneta 7,6 miliardi superando di slancio il consensus degli analisti. La via di uscita sembra però tentare più il dedalo di finanzieri e immobiliaristi riuniti attorno a Bipielle che Fiorani stesso. Anche se il banchiere vista la lauta plusvalenza che rifluirebbe nelle casse di Lodi (circa 2 euro per azione) potrebbe decidere di guidare il gruppo verso altre prede per dare corpo al progetto di Popolare Italiana già benedetto dai soci.
Accanto al patto (che raccoglie Emilio Gnutti, Danilo Coppola e i fratelli Lonati) i fari sono puntati su Stefano Ricucci che, pur legato a Fiorani, potrebbe consegnare ad Abn il suo 4,9% di Padova così da avere risorse per la partita Rcs (di cui è diventato in poche settimane il primo azionista con il 18%). La battaglia delle Opa si arena su un flottante al lumicino (Abn è ferma allo 0,017%) ma accanto imperversano lo scontro legale e le indagini delle Procure.
Amsterdam, infatti, dopo aver contestato la validità del 40% nelle mani di Fiorani è pronta a chiedere di «congelare» anche i diritti di voto di Ricucci: l’obiettivo è arrivare in vantaggio all’assemblea che dovrà rinnovare il cda dopo che il tribunale ha cancellato il board targato Lodi a cui la Consob ha contestato l’azione di concerto. La convocazione dell’assise, che potrebbe tenersi a fine luglio, è il nodo più delicato sul tavolo del vertice presieduto da Cartone che potrebbe finire sotto esame malgrado perda terreno l’ipotesi di una mossa per rimuoverlo.


Il summit sancirà il reintegro del vecchio vertice ma Lodi potrebbe contestarne le decisioni in attesa dell’esito del ricorso al Tar e che Bankitalia decida sul commissariamento di Antonveneta, dove Antonio Fazio ha già inviato una squadra di ispettori.

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