RomaUn discorso focalizzato sul sentimento nazionale, per rilanciare il 25 Aprile come festa di tutti. E per proporsi, come già fece un anno fa ad Onna, come luomo della pacificazione e della riconciliazione. Peraltro in piena sintonia con il capo dello Stato, proprio il giorno dopo che Napolitano gli ha concesso nel suo discorso alla Scala di Milano una citazione che non è passata inosservata. Un Berlusconi ecumenico, dunque, che nel suo intervento a reti unificate invita tutte le forze politiche a «scrivere insieme una nuova pagina della storia italiana».
Il Cavaliere, insomma, rilancia la stagione riformatrice e ancora una volta tende la mano allopposizione. E lo fa cercando di farsi garante del processo riformatore, non solo verso il centrosinistra ma pure nei confronti del Quirinale (che ieri ha molto apprezzato lintervento del premier). Cosa che ovviamente rischia di restringere di molto i margini di manovra di Fini, che da presidente della Camera ha sempre puntato molto al rapporto con lopposizione e con il capo dello Stato. E forse è anche per questo che a pochi giorni dallo scontro alla Direzione nazionale del Pdl (dove la questione Lega è stata più volte trattata dai due contendenti) Berlusconi ha voluto sottolineare con forza il concetto di nazione, richiamandosi pure ai padri costituenti. E a proposito di Fini, dopo che sabato il Cavaliere si era fatto mandare per fax ad Arcore le trenta pagine dellintervento in Direzione dellex leader di An, ieri ha deciso di non vedere la sua intervista televisiva a In 1/2 ora, preferendo allex leader di An un pranzo con i tre figli avuti con Veronica (Barbara, Eleonora e Luigi). Segno che forse le acque cominciano un po a calmarsi.
Berlusconi, dunque, cita i padri fondatori che «seppero accantonare le differenze politiche più profonde e sancirono nella Costituzione repubblicana il miglior compromesso possibile per tutti». E lo fa per dire che «dopo 65 anni la nostra missione è andare oltre quel compromesso e costruire lItalia del futuro sempre nel rispetto assoluto dei princípi di democrazia e di libertà». «La sfida - insiste il presidente del Consiglio - è scrivere insieme una nuova, condivisa pagina di storia della nostra democrazia e della nostra Italia». La parola «riforme» il Cavaliere non la pronuncia mai, ma il concetto è chiaro: «Il nostro obiettivo è quello di rinnovare la seconda parte della Costituzione del 1948, che è già stata in parte modificata, per definire larchitettura di uno Stato moderno, più vicino al popolo, sulla base del federalismo. Uno Stato moderno più efficiente nelle istituzioni e nellazione di governo, uno Stato più equo nellamministrazione di una giustizia veramente giusta».
E uno dei punti su cui più batte Berlusconi è quello della condivisione. Ne aveva parlato giovedì scorso in apertura della Direzione nazionale del Pdl ma ieri è tornato a ribadire il concetto davvero con forza. Le riforme, spiega, vanno fatte «insieme a tutte quelle forze politiche che come fecero i nostri padri costituenti non rifiutano a priori il dialogo e hanno a cuore la libertà». E ancora: «Quelle forze politiche che si preoccupano per lavvenire delle nuove generazioni e che lavorano per il benessere di tutti gli italiani». Parole che segnano un deciso riavvicinamento tra Palazzo Chigi e il Quirinale dopo le burrasche pre-elettorali e lo scontro sul decreto salva liste.
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