Le sfilate virtuali e le collezioni che la Wintour ha reso invisibili

La ressa di défilé per colpa della Direttora non ha permesso di essere a ogni evento. Moschino utilizza tutte le sue armi: bianco e nero, paillette, corallo e tacchi alti. Cappotti tricot e giochi d'intarsi: in scena la sensualità della lana

Le sfilate virtuali e le collezioni 
che la Wintour ha reso invisibili

L’ultimo colpo, quasi di karate, è arrivato alle 13 e 28 di ieri con il comunicato diramato dalla Camera della Moda a chiusura delle sfilate di Milano. In sintesi dice che la manifestazione si è svolta regolarmente «pur con un affollamento d’impegni che in qualche caso non ha consentito di vedere adeguatamente le collezioni». In realtà, noi abbiamo perso almeno 15 sfilate importanti e non contiamo le presentazioni.

La confusione è stata tale e tanta che per venirne a capo è stato necessario passare ore al computer. Abbiamo così scoperto che le vere emozioni possono superare la barriera del virtuale. Per esempio ascoltando su Vogue.it l’intervista rilasciata nel backstage di Moschino da Rossella Jardini, direttore creativo del marchio e miglior amica dello stilista scomparso il 18 settembre 1993 a 43 anni, ci sono venute le lacrime agli occhi. «Oggi Franco avrebbe compiuto 60 anni - ha detto - questa sfilata è dedicata a lui». Da lì ai singhiozzi il passo è stato breve perché la collezione del prossimo inverno contiene ciò che ha reso grande Moschino: il bianco e il nero, le paillette, il tweed maschile e il crêpe de Chine, le ruche, il corallo, i tacchi alti senza plateau, gli occhiali Persol sotto allo Stetson da cowboy e gli orecchini d’oro a cerchio delle creole. Tutto questo funziona benissimo ancora oggi tanto che le creole diventano il nuovo motivo ornamentale dei tailleur. Insomma aveva proprio ragione lui nel dire che la moda passa, lo stile resta tanto da regalare una sorta d’immortalità a chi l’ha creato. Virtuale, ma davvero molto bella anche la sfilata di Etro persa per un incidente di percorso: aver stampato una vecchia versione del calendario su cui risultava alle 14 di domenica 28, mentre poi è stata anticipata di 26 ore. «Una donna esotica, eclettica, eccentrica» spiega Veronica Etro nel web aggiungendo che la vera sintesi di collezione sta nella fragranza dell’ambra così femminile, orientale e all’improvviso un po’ selvaggia. Dal vivo non saremmo mai riusciti a catturare un concetto così elaborato, mentre su streaming abbiamo rivisto diverse volte il bellissimo paltò con la stampa dei tappeti tigre anticamente usati in Tibet per le preghiere, un fulminante abito da sera monospalla in seta da chimono azzurra e la più bella giacca da uomo oversize in cashmere cammello, il colore della stagione.

Indimenticabile anche la collezione di Gabriele Colangelo che a noi sembra il più promettente tra i giovani stilisti. Nel suo caso, però, ci eravamo portati avanti con una visita in atelier durante le vacanze di Natale. «Ho trovato un bellissimo libro sui cristalli - ci aveva raccontato - vorrei riuscire a tradurre in moda il concetto di erosione e corrosione: la metamorfosi delle pietre all’interno di ogni capo». Dire che c’è riuscito è poco: utilizzando una tecnica chiamata agugliatura, dai vari tessuti ha tirato fuori l’anima per poi comporre quelle forme di sofisticata semplicità che sono la sua cifra stilistica insieme con il talento nel trattare le pellicce trasmessogli nel Dna dal padre che ha un’azienda del settore nell’hinterland milanese.
Sulle agugliature lavora egregiamente anche Anna Ceccon, stilista di Moi Multiple. Su Internet questa ragazza con un gigantesco paio di occhiali dalla tipica forma a gatto, spiega che i suoi modelli vogliono esaltare la parte fragile delle donne, rivelare qualcosa. Oltre ai tubini agugliati (cioè con il tessuto leggero e piatto che passato da mille aghi all’improvviso diventa corposo e gonfio) ecco i suoi piumini fatti con l’ovatta a vista sotto all’organza sintetica.

Debutta sulle passerelle di Milano il siciliano Marco De Vincenzo che abbiamo già visto per una mini sfilata couture a Parigi e al Who’s on Next, il miglior concorso di moda italiano. Schiacciato da due titani come Dolce & Gabbana che sfilavano poco dopo dall’altra parte di Milano, il défilé del povero Di Vincenzo è stato bypassato coscientemente.

Streaming ci permette di capire anche che la moda di Ferragamo è lussuosa ma spesso noiosa: lo

stilista Massimiliano Giornetti è molto bravo, il marchio è un fiore all’occhiello del made in Italy, le scarpe ci fanno sognare e non parliamo delle borse, eppure sul fronte moda intesa come abiti, il nuovo non abita più qui.

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