La coincidenza temporale è quasi perfetta. Da un lato, a Sanremo, la conferenza stampa di presentazione del Festival. Molto ufficiale e molto bonolisiana. Dallaltro, su Radio Due, una nuova puntata della (riuscitissima) trasmissione «America me senti?», con la quale Paolo e Luca Laurenti anticipano il loro Sanremo. Ed è proprio in modulazione di frequenza che Bonolis lancia quella che forse è la prima vera polemica dal giorno del suo riapprodo in Rai. Ricca di ironia, sul filo dei paradossi, ma comunque diretta, comunque polemica e soprattutto pubblica, senza alcuno sconto di riservatezza. E, in fondo, è molto bonolisiano anche questo. La prende di petto, Paolo. E dice al suo alter ego (e al pubblico radiofonico) una frase che suona pressa poco così: «Vedi, maestro Laurenti, in Rai in questo periodo, sono tutti indaffaratissimi per il rinnovo del consiglio di amministrazione. E, quindi, in tanti, giustamente si occupano di questo perché è normale che ognuno pensi a se stesso. Ma questa situazione impedisce a tanti che dovrebbero darci una mano per Sanremo di aiutarci come vorremmo».
Vado a memoria e le parole potrebbero anche essere leggermente diverse, ma il concetto di Bonolis è inequivocabile, tanto che lo accompagna, a modo suo, con la dedica «di una canzone del Sanremo 1981». Che, per loccasione, è «E va e va» di Alberto Sordi, con cui Albertone mandava scherzosamente (ma non troppo) «a quel paese tutti».
Proprio la dedica è quasi la sublimazione dei tre punti forti che sono alla base della trasmissione radiofonica di Bonolis, finora la vera idea nuova del Sanremo 2009. Il primo è il «Bonolis style», fatto di tutto ciò che conoscevamo di Paolo, compreso lattacco in diretta ai vertici di turno. Il secondo è la passione per la radio, verace e sanguigna, dimostrata dalluso dello strumento della dedica, che della radio è quasi un corollario indispensabile.
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