Sgarbi sindaco? Per la Moratti è meglio assessore

Il critico entra nella squadra della Cdl: non correrà per il Comune con una sua lista

Sgarbi sindaco? Per la Moratti è meglio assessore

L’enfant terible della politica italiana ce l’ha fatta un’altra volta. Quelli della sua lista personale ripiegano la maglietta con su scritto «Sgarbi sindaco» e Letizia Moratti annuncia che il critico d’arte, onorevole, mattatore televisivo, sciupafemmine e quant’altro «farà certamente parte della squadra». Il che, tradotto, significa che in caso di vittoria del centrodestra a Milano, per Vittorio Sgarbi è già pronto un posto da assessore. Facile supporre, anche se sull’argomento le bocche sono cucite a filo doppio, che si tratterà della Cultura. Anche se la casella è stata da tempo prenotata da Stefano Zecchi.
«Abbiamo deciso di lavorare insieme per Milano», spiega Letizia Moratti tentando di sbrogliare con la consueta semplicità una matassa tutt’altro che semplice da ridurre alla ragione. Qualche tempo fa, infatti, Sgarbi aveva annunciato la sua candidatura a sindaco con il sostegno di «Terza Repubblica», l’associazione che ha tra i fondatori Gaetano Morazzoni, Gianstefano Milani e Faustino Boioli. Un trio che già a fine estate aveva sponsorizzato un’altra candidatura illustre. Quella dell’ex signora Provincia Ombretta Colli anche lei partita per una campagna elettorale con obiettivo Palazzo Marino e poi rientrata nelle file di Forza Italia con un posto da senatore e una promessa di assessorato nell’eventuale giunta Moratti. «In poco tempo abbiamo piazzato un senatore e due assessori», scherzano ma non troppo dalle parti di «Terza Repubblica». «Nessun baratto - assicura la Moratti -. Ma solo l’apprezzamento per l’uomo Sgarbi. Con lui ho collaborato molte volte e ne ho sempre apprezzato la cultura vissuta e non fatta di parole e stereotipi. Lui ha la capacità di rompere gli schemi e di entrare nel dibattito politico in modo libero e creativo».
E anche questa volta non sceglie una strada diversa. «Nulla che mi riguardi è veramente serio. E come può essere seria una politica dove Prodi vince grazie alla Lega alpina lombarda della sorella di Bossi? Ecco, io sarò per la Moratti quello che la Lega alpina è stata per il centrosinistra». Ago della bilancia dopo «una candidatura che mi è piovuta addosso prima con una richiesta di esponenti della Terza Repubblica, poi da Rifondazione socialista». Idea che sarebbe andata a buon fine, racconta Sgarbi, se non fosse stato per la mediazione di Tiziana Maiolo («anche lei come me un pezzo di sinistra che si trova a destra») che ha iniziato un lungo lavorio diplomatico sfociato nell’accordo con la Moratti. Niente candidatura a sindaco, dunque, e la Lista Sgarbi che si ritira e appoggerà la Moratti e Tiziana Maiolo.
«Dal centrosinistra - rivela invece Sgarbi -, solo silenzio, nemmeno una telefonata. Se Ferrante mi avesse chiamato, lo avrei ascoltato. Ma visto che ha tante persone da sistemare non ha nemmeno chiamato. E così ho accettato l’offerta della Moratti che tutto sommato così di destra non dev’essere se D’Alema le ha offerto due Ministeri. Ferrante, invece, come non può essere uno di destra? Un prefetto è uno di destra per forza, per il ruolo che svolge. Il paradosso è che la sinistra sceglie uno di destra come Ferrante, la destra uno di sinistra come Sgarbi». Applaude Giovanni Terzi, consigliere di Fi molto legato a Sgarbi. «Questo - commenta - è l’incontro tra due altissimi profili. Credo che la Moratti potrà utilizzare al meglio le risorse che Sgarbi può offrire. E insieme faranno il bene di Milano».
Fatto l’accordo, resta da trovare il posto. «Sgarbi può ricoprire ogni ruolo - assicura la lady ministra -. Ne discuteremo insieme.

Non sono ancora stati decisi gli assessorati, che potranno essere rivisti nel numero e nelle deleghe». Sgarbi non parla direttamente dell’assessorato alla Cultura, ma dice di voler ricoprire una «funzione che possa accendere l’identità culturale di Milano in risposta a Roma».

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