Roma

«Sgomberiamo tutte le baraccopoli»

«Sgomberiamo tutte le baraccopoli»

Stefania Scarpa

Ancora una tragedia della disperazione nella città che non sa occuparsi degli ultimi. È accaduto nella notte tra sabato e ieri in via del Pratone delle Valli a Conca d’Oro, in un insediamento abusivo formato da numerose abitazioni di fortuna occupate da extracomunitari dell’Est Europa. Una baracca è andata a fuoco probabilmente per lo scoppio di una bombola di gas malfunzionante che alimentava una stufa per il riscaldamento del piccolo ambiente. L’incendio, che ha provocato il fuggi fuggi generale, si sarebbe poi propagato alle altre baracche: in tutto ne sono state distrutte dieci. Solo l’occupante del manufatto da cui è partito il rogo non ce l’ha fatta a scappare. Il suo corpo è stato rinvenuto dai vigili del fuoco riverso sul pavimento e semi-carbonizzato.
Una tragedia dell’abbandono che scatena la rabbia del centrodestra. «Di fronte all’ennesima morte di un senzatetto, rimasto carbonizzato nella propria baracca, non è sufficiente discettare sulle cause di questa disgrazia - accusa Gianni Alemanno, candidato sindaco di An -. Occorrono interventi amministrativi urgenti che devono partire dal Comune di Roma, per sgomberare e smantellare tutte le baracche della disperazione in cui si rifugiano i clochard per dormire». «Queste baracche - prosegue Alemanno - oltre a essere una vergogna indicibile del degrado sociale nella nostra Capitale, sono anche estremamente pericolose per chi vi abita. È necessario quindi agire con la massima decisione, smantellando tutte queste strutture abusive che non sono rifugi ma si stanno trasformando in autentici forni crematori». Alemanno ipotizza addirittura che sulla «strage dei barboni» la magistratura possa «aprire un’inchiesta che accerti se siamo di fronte a disgrazie inevitabili o a omicidi colposi». E di «tragedia annunciata» parla anche il consigliere di An in II municipio Giuseppe Sorrenti, che ricorda le numerose denunce sugli insediamenti abusivi di extracomunitari sulle rive del Tevere a ridosso del Parco delle Valli e i numerosi sgomberi, «ai quali sono seguiti nuovi insediamenti abusivi». Sorrenti sottolinea infine «l’incapacità dell’amministrazione comunale di dare una riposta concreta all’esigenza abitativa dei più deboli e al degrado della città. Roma è come l’Havana, le facciate dei palazzi delle vie principali sono belle ed affrescate, poi, appena giri l'angolo e ti addentri nei quartieri e nelle periferie, ti ritrovi nelle favelas e nel degrado. In questo, si potrebbe dire che Veltroni assomiglia a Fidel».
Non sapendo come rispondere alle accuse di Alemanno e Sorrenti, il centrosinistra si attacca alle parole. In particolare quelle di Alemanno sui «forni crematori». «Ritengo che l’espressione forni crematori sia di pessimo gusto», dice il coordinatore della maggioranza capitolina Silvio Di Francia, che accusa Alemanno («leader di una destra estremista») di «soffiare sul fuoco contro queste soluzioni giuste e dignitose». Anche Esterino Montino, segretario romano dei Ds, si indigna per i modi più che per la sostanza. «È molto triste sentir parlare di forni crematori da un politico come Alemanno la cui origine cultural-politica ci è tristemente nota».
Non si fa attendere la controreplica di Alemanno, che attacca in particolare Di Francia. «L’evidente sovreccitazione che colpisce il coordinatore della maggioranza capitolina Silvio Di Francia richiede interventi più radicali della camomilla. Avevo già pregato il sindaco Veltroni, uomo proteso alla coesistenza pacifica di tutti gli esseri viventi, di offrire una camomilla al consigliere Di Francia, per moderare le sgangherate contumelie che ogni giorno mi rivolge. Adesso mi pare che la camomilla sia insufficiente, e passando ad altra sostanza assumibile senza prescrizione medica, suggerisco all’entourage del sindaco di offrire al coordinatore Di Francia della valeriana».

«Capisco - conclude Alemanno - che la sinistra romana voglia avviare la santificazione del sindaco Walter Veltroni, ma non può pretendere di considerare sacrilegio qualsiasi ovvia e necessaria critica la sindaco uscente».

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