«Sgombero? Dovranno ammazzarci»

Valeria Arnaldi

«Il part time lo faccia l’assessore capitolino al commercio Franco Cioffarelli. Noi artisti di strada non timbriamo il cartellino, guadagniamo in base a quanto lavoriamo». «Ci devono ammazzare e devono venire a farlo in piazza se vogliono sgomberarla. Nessuno lascerà la sua postazione». «Vogliono liquidarci, senza darci nulla in cambio, quello che l’amministrazione sta facendo è una vergogna». Salvatore Cosso, Giancarlo Provvedi e Marco Carola, rappresentanti dei pittori di piazza Navona, ieri, in una conferenza appositamente convocata, hanno ribadito il loro secco «no» al regolamento comunale.
Non si tratta di «fare muro» - tengono a sottolineare -, ma giustizia e, soprattutto, chiarezza. «Ci sono troppe cose che non quadrano nella decisione del comune - spiega Claudio Meli, architetto-pittore, che ha studiato un progetto alternativo per il riposizionamento dei cavalletti in piazza -. Il piano non ha alcuna base scientifica, i conti non tornano, e alla delibera è stata allegata documentazione falsa. L’assessore Cioffarelli si era detto interessato al nostro progetto, che gli abbiamo consegnato il giorno prima del voto della giunta, ma che da quest’ultima non è stato minimamente preso in considerazione». E sì, che stavolta, i pittori hanno fatto le cose in grande, presentando tanto di relazione e plastico per proporre ma anche denunciare alcuni «errori» amministrativi. La delibera, approvata dalla giunta comunale mercoledì scorso - ora in attesa dell’approvazione del Consiglio - prevede il mantenimento di 33 postazioni in piazza Navona, alle quali se ne aggiungono 11 a Trinità dei Monti. Qui, in due turni - mattina e pomeriggio - si dovrebbero alternare 88 artisti, per 4 giorni a settimana. Le concessioni, valide per due anni e rilasciate in base all’anzianità di esercizio, non saranno valide nel periodo del mercatino natalizio allestito nella piazza barocca - il divieto vale anche per quelle a Trinità dei Monti -, ferma restando la possibilità per il Campidoglio, «per sopravvenute ragioni di interesse pubblico, di modificare, con propria deliberazione, le ubicazioni e il numero delle postazioni». Non è previsto il recuperare dei turni persi in caso di malattia, pioggia, manifestazioni o lavori pubblici. «Alla delibera è stata allegata la planimetria di piazza Navona - spiega Meli -, indicata come quella stesa da una commissione, incaricata, nei mesi scorsi, di valutare le possibilità di occupazione dell’area. Si tratta, però, di un falso, ritoccato per toglierci i nostri spazi. Nelle due planimetrie effettivamente realizzate dalla commissione, i posti per i pittori sono previsti». E ancora: «Dividendo l’area di Trinità dei Monti che sarebbe a noi riservata per il numero dei cavalletti previsti, si ha una precisa misura dello spazio per ogni artista. La stessa misura applicata in piazza Navona, garantirebbe la presenza di 53 cavalletti, non 33. Non c’è alcun criterio scientifico alla base delle scelte del Comune. Vogliono solo mandarci via». Alle denunce seguono le proposte: mantenere in piazza Navona 52 postazioni, 10 in Trinità dei Monti, 4 tra via della Minerva e il Pantheon.


Il progetto dei pittori è appoggiato da Marco Marsilio, consigliere comunale di An: «È giusto che siano state allontanate le bancarelle, ma i pittori sono una tradizione della città». Tradizione riconosciuta dal Comune, in una risoluzione del ’96, in cui, oltre ad esaltarne il valore artistico, si prospettava la possibilità di aumentare le loro postazioni, portandole a 78.

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