Codici pin rubati, carte di credito clonate: in manette lennesima banda italo-romena specializzata in furti informatici. Nel giro di pochi mesi undici romeni e tre italiani, due di Crotone, laltro di Rimini, avevano prosciugato centinaia di conti correnti bancari; fatto acquisti nei centri commerciali di mezzEuropa; piazzato, se necessario, la merce comprata ai ricettatori. Bastava riuscire a entrare in un supermercato, in un centro commerciale, quindi sistemare dei chip di memoria negli strumenti di lettura delle carte, per poi ottenere allistante, con frequenze radio o bluetooth, i dati necessari. Non solo, altri due italiani, due romani, sono stati denunciati perché sono stati accusati di favorire il passaggio delle carte taroccate per acquisti nei magazzini di cui erano dipendenti.
Quel che sembrava un gioco da ragazzi è stato però stroncato dagli agenti della Guardia di Finanza. Laltro giorno il blitz in uno dei negozi del centro commerciale La Romanina, alle porte della città. C. G. 35 anni, è stato bloccato alla cassa con un altro complice.
«Stavano per spendere un migliaio di euro - ha spiegato il tenente colonnello Amedeo Carruggio - con una carta evidentemente fasulla. A casa di un altro connazionale, O. C., 34enne domiciliato a Guidonia, abbiamo poi scovato la base logistica. Nella casa un kit completo per la clonazione: computer, apparecchi di trasmissione dati, schede in bianco, microchip, persino documenti didentità falsi».
Loperazione, ribattezzata Cyrano si rifà a inchieste recenti degli uomini del nucleo tributario romano. Tre le donne che facevano parte della gang. Uno dei «tecnici» è stato raggiunto dallordinanza di custodia cautelare in carcere, a Rebibbia dovè recluso per fatti analoghi. I due calabresi, E. T., di 23 anni e D. M., di 39 anni, insieme con F. P.
Erano i basisti, le «spalle» che aiutavano i romeni a mettere a segno i colpi.
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