Sgozza il figlio di due anni e telefona alla moglie

Orrore a Torre San Giovanni, nel leccese: un uomo ha sgozzato il figlioletto di due anni, Stefano Giuseppe. Poi ha tentato il suicidio. È stato salvato dai carabinieri, che poi lo hanno arrestato. La tragedia è divampata ieri all’ora di pranzo, intorno alle 13, nella casa estiva di Giampiero Mele, 25 anni.
Un’ora prima, l’assassino era andato a prendere il figlioletto all’asilo, all’insaputa della moglie, con la quale da tempo aveva un rapporto contrastato. Ma, poco dopo l’arrivo alla casa delle vacanze, Mele, è andato in cucina, ha impugnato un coltellaccio, si è avventato sul bambino e lo ha ucciso.
Poi, l'assassino, ha tentato più volte di togliersi la vita, senza riuscirvi. Dapprima ha tentato di darsi a fuoco con dell’alcol ma il liquido non era sufficiente e le fiamme si sono spente. Poi ha cercato di impiccarsi con una corda legata al lampadario ma, anche questo tentativo è fallito. Ha ingoiato dell’acetone con l’intento di avvelenarsi ma anche stavolta la morte non è arrivata. Infine, ha impugnato di nuovo il coltello con il quale aveva massacrato Stefano Giuseppe e si è procurato delle ferite ai polsi e alle braccia.
Un vicino di casa si è accorto che in casa Mele stava succedendo qualcosa di grave e ha avvertito i carabinieri di Ugento. Poco dopo i militari sono arrivati nella casa del massacro. Per il bambino non c’era più niente da fare. Il suo corpicino giaceva sul pavimento ormai senza vita. Il volto irriconoscibile, il vestitino impregnato di sangue.
L’assassino è stato portato in ambulanza all’ospedale. I carabinieri di Casarano, con il capitano Pancrazio Vigliotta e del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Lecce lo hanno arrestato. L’assassino si trova in stato di piantonamento nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Casarano. Le condizioni di Mele sono gravi ma non è in pericolo di vita. Oggi potrebbe essere trasferito all’ospedale di Maglie, nel reparto di psichiatria.
I carabineiri leccesi non hanno dubbi: l’uomo è stato colto da un raptus di follia. Nella mente dell’assassino è scattato qualcosa di terribile dopo l’ultimo litigio avuto con la moglie, Angelica Bolognese, 23 anni. Un rapporto difficile, contrastato, irrimediabilmente compromesso ormai da mesi. La giovane donna ieri mattina aveva accompagnato il figlioletto all’asilo nido. Poi è tornata a casa e ha intrapreso una furiosa discussione con il marito. Terminata la lite, Mele è uscito di casa ed è andato a prendere Stefano Giuseppe all’asilo nido ma senza dire niente alla moglie. Nella sua mente, probabilmente era già scattata l’idea di fare del male al figlioletto pur di fare un dispetto alla moglie.
Una volta nella casa di Torre San Giovanni, Mele, disoccupato, da poco laureatosi, con il proprio telefonino ha chiamato per l’ultima volta la moglie in quel momento al lavoro. Poche parole, agghiaccianti: «Vieni, ho ucciso il bambino». Nella casa delle vacanze poco dopo sono arrivati i carabinieri che hanno ammanettato l’uomo. La casa dell’orrore adesso è sotto sequestro.

Nel leccese è sgomento. Davanti alla porta dell’abitazione dove il piccolo Stefano Giuseppe è stato massacrato, qualche condomino ha deposto fasci di fuori bianchi, qualche pupazzo, una letterina scritta da un bambino.

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