La Shakira libanese ora spopola in Italia

Sì insomma, non tutti sanno che sabato sera al Forum di Assago salirà in scena la più famosa popstar mediorientale. Nancy Ajram. Anni 28. Libanese. Un evento ben più che musicale. Oltre alle sue canzoni, che sono di un elettropop orientale mellifluo e sinuoso, per far capire chi sia Nancy Ajram bastano due dettagli: il suo video Fi Hagat è il più cliccato della storia da quelle parti, oltre ventitrè milioni di contatti, che laggiù, dove internet non arriva proprio ovunque, valgono dieci volte quanto valgono qui. E già nel 2005 Newsweek l’ha inserita tra le cento personalità più importanti del mondo musulmano. In tutta la sua carriera, che - scandalo! - è sbocciata a dodici anni in tv, ha venduto qualche decina di milioni di dischi e vinto una serie di premi lunga da qui a lì, compreso il World Music Award. Volendo, è popolare come Shakira, come la Pausini, come Beyoncé, come tutte quelle più o meno trentenni che hanno un seguito immane e fondato non soltanto sulle canzoni. È un simbolo intimamente orientale ma apertamente occidentale, pieno degli stessi richiami, della stessa festosa volontà di trasformare musica in divertimento senza nessun’altra barriera che il gusto e la sensibilità di ciascuno. Nancy Ajram canta parole d’amore, di fidanzamenti strappacuore, di delusioni e speranze. Ma, quando può, concede parole di fuoco, perlomeno laggiù perché qui da noi sarebbero quantomeno volatili. Tipo: «Racconto la voglia di cambiamento e per questo i giovani mi seguono». Cambiamento e giovani: sostanzialmente le due minacce più minacciose per quasi tutti i regimi mediorientali. Oppure: «Rifarsi naso e seno è un’opportunità concessa dal progresso: che senso ha rinunciarvi?». Per la cronaca, pare che lei non ci abbia rinunciato, così almeno a giudicar dalle foto. Ma capite tutti che in una parte del mondo dove talvolta (come pare di nuovo in Egitto) è richiesto addirittura il test di verginità, una dichiarazione del genere valga più di un accendino di fianco alla miccia di un candelotto. E difatti nel 2003, poco prima di un suo concerto nel Bahrain, gli attivisti dei più importanti partiti d’opposizione attaccarono violentemente gli spettatori. E i leader di Al Wefaq difesero i provocatori perché lo show cadeva proprio «durante il mese sacro del Ramadan». Lei si è scusata, secondo rituale. Ma va dritto per la sua strada al punto che, giusto dopo aver dato alla luce la sua prima figlia Mila, ha riconosciuto che il nome è stato scelto un po’ perché è tradizionale in Libano ma anche perché ricorda quello dell’attrice Milla Jovovich, un’americana che vive a furia di glamour e Hollywood. Apriti cielo. E quando ad aprile è diventata mamma per la seconda volta (di Ella), durante la gravidanza aveva girato due video, in uno dei quali spunta addirittura Milla. Usi e costumi impensabili: perció, come troppo spesso fa comodo dimenticare, il ruolo di queste popstar nel mondo mediorientale va ben oltre quello dell’idolo scintillante e passeggero.
In fondo questa ragazza che non ha mezze misure si è fatta le ossa ad Achrafieh, il distretto di Beirut dove è nata proprio mentre le strade erano presidiate dai bersaglieri del generale Franco Angioni, che ricorda così quei momenti: «Quando siamo arrivati, era palpabile l’aria della tragedia e le macerie fumavano». Per forza adesso Nancy Ajram si preoccupa solo il giusto se qualche furbetto fa circolare in Egitto alcune sue (finte) foto nuda, scatenando il bailamme che tutti ci possiamo immaginare. E ora che arriva in Italia per la prima volta, all’interno del Festival organizzato dalla compagnia telefonica Bladna, per di più riempiendo il luogo più grande e prestigioso della musica al chiuso, è solo all’inizio di un giro del mondo che la porterà pure in America. «Sono felice di cantare qui», ha detto. Lo farà dopo Nour Eddine, che canta brani di tradizione gnaoua e spiritualità sufi. E appena la rivelazione italoegiziana Amir avrà srotolato il suo hip hop in italiano, lo stesso che ha già regalato alla colonna sonora del film culto degli ultimi mesi: Scialla. Un evento che va al di là della musica. È stato scritto che seguire un concerto di Nancy Ajram aiuta a capire come si fa a essere Laura Pausini a Beirut.

Forse sarà più importante accorgersi, una volta ancora, che la superstar Nancy Ajram qui canta in assoluta libertà. E che viceversa, non solo per la Pausini ma per chiunque altra, rischia di diventare un problema più grosso di quanto sembri. Non è una cosa da poco, nell’epoca di twitter e della condivisione (anche della musica).

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