Shepp e Murray celebrano il jazz di Albert Ayler

Il Festival dedicato al sassofonista maledetto annegato misteriosamente quarant'anni fa. Tra gli artisti d'avanguardia in scena Charles Graves e i Possible Parallels di Butch Morris

Shepp e Murray celebrano il jazz di Albert Ayler

Sant’Anna Arresi - Si sostiene da molto che i festival di agosto - almeno quelli italiani - siano più attenti alla bontà dei contenuti rispetto a quelli di luglio, costretti a occuparsi troppo della quadratura dei bilanci. Eppure le rassegne di agosto ce l0hanno sempre fatta, pur fra mille equilibrismi. Forse riescono a disporre di sponsorizzazioni sufficienti o perfino, in qualche caso, a far sì che la cultura paghi. In questa cornice si distingue da 25 anni la rassegna di Sant’Anna Arresi che si occupa di jazz e di musica contemporanea ed è considerata la manifestazione di chiusura dell’estate.

Sant’Anna Jazz 2010 sta per iniziare, e si tiene secondo la tradizione in un’arena all’ombra di un nuraghe ciclopico. È diretto da un personaggio speciale, Basiliano Antonio Sulis, per la musica Basilio e basta. A lui si devono iniziative eccellenti riguardanti personaggi illustri come Eric Dolphy, Miles Davis e Don Cherry. Quest’anno il leitmotiv del festival è originale e temerario. Basilio si è ricordato che quarant’anni fa, il 25 novembre 1970, veniva ritrovato nell’East River di New York il corpo di Albert Ayler, sassofonista e compositore di appena 34 anni, uno dei più geniali, discussi e maledetti musicisti dell’avanguardia del jazz americano. Disgrazia, suicidio od omicidio? Il dilemma non ha avuto soluzione.

Per inquadrare la tipica personalità di rottura, di contraddizioni e di paradossi irrisolti dell’artista, la brochure della manifestazione propone alcune nozioni fondamentali. Albert Ayler (con il meno noto fratello minore Donald, trombettista) nasce in una famiglia della «black middle class» di Cleveland, Ohio, il 13 luglio 1936. Il padre è tenore in una chiesa. Con lui Albert suona tutte le domeniche da quando ha dieci anni, e ciò spiega le frequenti citazioni dell’Holy Ghost (Spirito Santo) e di temi spirituali nelle sue opere, frammiste con urla strumentali feroci e vibranti che conseguono allo studio severo dei sassofoni e all’ascolto attento dei dischi di Charlie Parker e di Illinois Jacquet. I suoi dischi, in rapporto alla breve vita artistica, iniziata soltanto nel 1962, sono abbastanza reperibili, specie alcuni Impulse. Sono comunque sufficienti per immergersi nei contrasti micidiali di Ayler e nei concetti ossessivi delle sue composizioni che accostano melodie semplici, lineari, e ballate e fanfare, a improvvisazioni che «sono salti nel vuoto, senza strutture armoniche e tematiche, nei quali esplode l’urgenza di urlare con una rabbia espressionista senza precedenti né uguali nel jazz».

Il programma del Festival di Sant'Anna prevede sodali e/o

discepoli di Ayler come Charles Gayle, Alan Silva, Archie Shepp, Fred Anderson, David Murray, Milford Graves, Paolo Botti, oltre ai Possibile Parallels di Butch Morris e ad altro ancora. Si attende musica di grande interesse.

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