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Sheva bacia la nuova maglia poi si scusa con il Milan

«I’m sorry, mi spiace», così Andriy Shevchenko ha commentato il suo improvviso amore per la maglia del Chelsea, con un bacio, dopo il gol realizzato domenica al Liverpool nella Community Shield, l’equivalente della nostra Supercoppa. Un «kiss» che ha amareggiato il popolo rossonero che di Sheva aveva fatto un idolo quando 7 anni fa era arrivato in Italia, regalando poi ai tifosi del Diavolo la bellezza di 163 gol in campionato. «Non volevo offendere i tifosi del Milan», ha dichiarato Shevchenko dopo il suo primo gol ufficiale (che non è comunque bastato a far vincere i Blues sconfitti 2-1). «Non mi rendo nemmeno conto di quello che faccio quando segno. Non avevo intenzione di offendere nessuno. L’unica maglia che bacio è quella della mia nazionale, questa è l’unica cosa che conta per me».
«Il Milan era come una famiglia», continua Sheva. «Mi sono conquistato l’affetto dei tifosi con la qualità del mio gioco. Sono rimasto lì per sette anni, mi hanno apprezzato non certo per i gesti che facevo dopo il gol (nell’agosto 1999 a Lecce, primo gol in rossonero, si mise la maglia in faccia, ndr). Mi hanno voluto bene perché ho sempre lavorato sodo e perché ho fatto la mia parte in campo. Voglio che accada lo stesso qui al Chelsea». Milan addio, dunque e forza Chelsea. «Sono felice di aver segnato subito, mi dispiace però che il mio gol non sia stato sufficiente per la squadra. Mi dispiace non aver vinto, I’m sorry», conclude.
Gli spiace per il Milan, gli spiace per il Chelsea e la cosa fa sorridere Carlo Ancelotti: «Si è affezionato in fretta», il commento del tecnico rossonero al bacio di Sheva, un episodio inaspettato ma tutto sommato di passaggio rispetto ai tanti eventi di questa particolarissima estate del club di via Turati.

Fatto però che ha colpito, visto che il sito del Milan ha aperto con un «Il bacio passa, Belgrado resta», con la precisazione che la battuta dell’allenatore è stata «sorridente e per nulla piccata», ma risulta buona per confermare come l’attaccamento degli stranieri a un club e alla sua maglia siano spesso del tutto effimeri.

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