da Londra
Momento nero per Blancos e Blues. Se a Madrid la situazione in casa Real è sfociata in gestacci ed epurazioni, a Londra - quartiere Chelsea - la guerra si combatte a colpi di veleni. Rigorosamente urlati dalle prime pagine dei tabloid.
Bersaglio preferito, forse perché più costoso e dunque più facile, Andriy Shevchenko. Allattaccante ucraino, abituato al calore della Curva Sud di San Siro, le critiche e la freddezza con cui è stato accolto a Londra non sono mai piaciute. Ma dopo lennesima insinuazione, anche lui ha messo da parte gli occhi da cerbiatto, sfoderando il caratterino che spesso Ancelotti aveva saputo domare. A chi lo accusava di essere una spia del presidente Roman Abramovich infiltrata nello spogliatoio, Sheva ha risposto piccato: «Sono stato attaccato da tutte le parti, ma non mollerò - ha detto al Times -. Tutte queste bugie fanno male, non voglio essere il capro espiatorio di tutti i problemi della squadra».
Se la tensione tra lex Pallone dOro e il Chelsea è alta, incandescente è il rapporto con il tecnico José Mourinho, vincitore delle ultime due edizioni della Premiership. La voce della società si sdoppia nel commentare il futuro del portoghese. Da un lato il sito ufficiale sembra salutarlo: «A fine anno si dovrà dire addio a persone che non vorremmo veder andar via». Dallaltro il direttore generale Peter Kenyon getta acqua sul fuoco: «Mourinho è felice, ha un contratto fino al 2010 e intende dare continuità a queste due stagioni straordinarie».
Se la società non sembra avere le idee chiare, è Mourinho a sotterrare momentaneamente lascia di guerra, dicendosi felice di rimanere, a patto però di avvertire la fiducia del club.
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