Si è tenuta ieri a Milano presso il centro congressi della Provincia di Milano la cerimonia di consegna delle Medaglie d'onore conferite dalla presidenza della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra. Presenti il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, l'assessore alla Sicurezza della Provincia di Milano, Alberto Grancini, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia Angelo Gianmario e lassessore alle Politiche del Lavoro Andrea Mascaretti. In sala c'era chi gli orrori della prigionia li ha patiti sulla propria pelle, e non può dimenticare.
Altri oggi non ci sono più. Sono stati i loro parenti a ritirare il riconoscimento, e i loro documenti a raccontare la loro storia, fatta di vicende che si intrecciano, storie annidate nel solco di una storia più grande, quella con l'iniziale maiuscola, quella che tutti conoscono. «La Medaglia d'Onore è uno spunto per ricordare chi ha subito gli orrori della guerra, perché queste vicende umane non cadano nell'oblio - dice il prefetto di Milano -. Ma occorre anche essere sempre vigili e difendere la nostra democrazia e le nostre libertà».
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