Lo show di Calabresi battuto anche da Lerner

Nonostante le ottime recensioni "Hotel Patria" su Raitre fa solo il 5,7% di share, ben sotto la media di rete. "L'infedele" su La7 scippa il pubblico più radical-chic e batte la corazzata della tv pubblica

Lo show di Calabresi 
battuto anche da Lerner

Roma - «Piano piano... poco poco... sot­tovoce come piace a noi », dice il Mau­rizio Crozza-Gigi Marzullo nei suoi spettacoli per dileggiare il dominus della televisione notturna confiden­ziale, fotografica, tautologica. Alle 2 di notte quelle interviste tra valeriana e Valium possono andar bene, in pri­me time è tutta un’altra cosa. E così lunedì sera Raitre s’è beccata il flop più clamoroso da Articolo 3 di Maria Luisa Busi.

Solo che questa volta non trattavasi di un’icona del giornalismo «schiena­drittista » (ma anche del giornalismo tipo « sfuma un po’ le luci che me se ve­dono le zampe de gallina »), bensì del Giornalismo con la«g maiuscola». Al­l’ Hotel Patria del direttore della Stam­pa Mario Calabresi molte stanze so­no rimaste vuote. Alla terza puntata (la seconda è saltata per lo speciale referendum, improbabile lo si mandi allo sbaraglio il 3 luglio) la trasmissio­ne ha preso un altro bagno: 1,467 mi­lioni di spettatori e 5,96% di share, ben sotto il target di rete, ma meglio del debutto che si fermò al 5,7.

La notizia è che il Giornalismo è sta­to superato pure dal talk-show di Gad Lerner su La7 che ormai viaggia sopra il milione e mezzo (1,733 milio­ni per la precisione) e magnetizza quel pubblico radical snob che sul co­modino tiene la foto del professor Prodi, la guarda e sospira tra un’indi­gnazione e l’altra. Professionalmen­te è una batosta: il vecchio cronista di Lotta Continua ha stracciato l’astro nascente del «mielismo debortolizza­to » (giusto per ricordare che Calabre­s­i dopo una fulminante carriera in An­sa , Repubblica e Stampa ha già preno­tat­a la poltrona numero uno di via Sol­ferino). Visto che certi schiaffoni so­no necessari perché aiutano a cresce­re e ridimensionano l’ego ipetrofico, giova precisare che Hotel Patria è sta­to battuto pure dalla Tamarreide di Italia 1, il reality super-truzzo.

Ma perché Mario Calabresi, osse­quiato persino da Aldo Grasso e da tutta la stampa liberal -Fatto Quoti­diano incluso­non ha scaldato i cuo­ri del pubblico? Sarebbe facile rispon­dere come Fantozzi dopo l’ennesima visione dellaCorazzata Potëmkin ,ma è opportuno spiegare. L’ospite d’onore, Jovanotti, in tv non funzio­na. Lo sperimentò pure Pippo Baudo vent’anni fa. Gli ingegneri piemonte­si emigrati che mangiano la bagna­cauda in California, il processo Eter­nit e i giovani stranieri che in Italia im­parano come si cucina sono argo­menti già noti che, se non approfondi­ti, in tv non scaldano i cuori. Se inviti la cuoca brasiliana, falle preparare una pizza in diretta. «Antonellona» Clerici avrebbe acchiappato la palla al balzo.

E, invece, due ore scivolano via nel «piano piano, poco poco», nel mar­zullismo più totale. Se Aldo Grasso non fosse stato clemente, avrebbe iscritto d’ufficio Calabresi alla galle­ria delkitschtelevisivo.

Ma il dolore più grande per il «direttorissimo» che piace a De Benedetti, alla famiglia Agnelli e a tutto il patto di sindacato Rcs probabilmente viene daGoogle . Digitando «Hotel Patria» vien subito fuori un albergo di Abano Terme. Pro­vaciancora, Mario!

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