«Lo show della mia vita» A Tiziano Ferro un Olimpico non basta

ECOLOGICO Uno show con megapalco e display, in compenso si piantano nuovi alberi

«Lo show della mia vita» A Tiziano Ferro un Olimpico non basta

RomaA Tiziano Ferro un solo Olimpico non basta. Per chi se lo fosse scordato, Vasco e Liga a parte, l’altro fenomeno della canzone italiana è lui. Non passa mai di moda il sempre giovane (ma ha appena 29 anni) di Latina che assomiglia a DiCaprio, non se la tira mai e viene adorato dai cantautori, Battiato in testa. Un fenomeno presente in 42 Paesi del mondo. In Spagna ci bocciano tutto: dalla cucina ai calciatori, ma almeno lui - notizia fresca - è primo in classifica con la versione locale di Il regalo più grande. Un fenomeno che ha fatto il pieno a Milano ad aprile e maggio e che ieri sera ha catturato i 20mila dell’Olimpico per una volta risparmiati dall’afa notturna che a giugno, qui è solitamente implacabile. E oggi replica romana (con Mannoia ospite) per quei 20mila che sono rimasti fuori dallo «show della mia vita», il live Alla mia età. Poi si va avanti con Cagliari e Palermo.
È un Tiziano che, a otto anni dall’esordio, fa ancora i conti con la paura di ingrassare (pesava oltre cento chili) e la timidezza dei bei tempi in cui doveva misurarsi con gli ottocento irrequieti spettatori dell’Horus Club al Nomentano. Quelli che domava con i suoi granitici 800 hertz. Ora i fan si moltiplicano e non per miracolo. La sua prima all’Olimpico, un concerto «eco compatibile» (grazie al sostegno di Enel che assieme al cantante adotta nuovi alberi) parte puntuale; lui si presenta tirato a lucido sull’avveniristico palco di fronte alla curva sud. I tre enormi display per una volta sono ben visibili dal pubblico che si godono una discoteca con botole e ascensori usati per apparire e sparire a piacimento. Show all’americana apparentemente kitsch, in netto contrasto con i testi delle canzoni, penetrati ormai nel tessuto sociale. Sugli spalti Daniele Silvestri, Arisa, e l’amico Gigi Proietti si godono lo spettacolo. Si parte con i successi Sere nere, Xdono e Imbranato. In scaletta anche E Raffaella è mia, Rosso relativo, Ed ero contentissimo. Il climax di Ti scatterò una foto e Stop! Dimentica rende lo stadio un tutt’uno di lucette. Nel frattempo arrivano le canzoni del nuovo Alla mia età. Prima di andare via l’omaggio a Roma con Tanto pe’ cantà, il brano di Petrolini che nel 1970 permise a Nino Manfredi di arrivare nella top ten dell’hit parade.
Ma c’è anche Non ti scordar mai di me, il tormentone scritto per Giusy Ferreri. L’amica, che dopo il botto con X Factor, pare non se la passi benissimo. Tiziano avrebbe la ricetta giusta per lei, ne ha parlato alla vigilia: «Questi ragazzi che escono dai talent show della tv e credono di avere già la fama in tasca, poi devono pareggiare i conti con la carriera. La verità è che il successo si costruisce pian piano, un passo alla volta, Giusy deve capire che ha fatto un miracolo a vendere tutti quei dischi e che il difficile viene ora. Deve scoprire se è disposta a costruirsi un futuro da cantante piazzando mattoncino su mattoncino, accettando la gavetta. Ci vuole tempo e pazienza in questo mestiere, dove la credibilità te la giochi andando prima nei club e poi nei palazzetti semivuoti».
Insomma, le tappe si bruciano con calma e per favore. «Io, Laura Pausini, Giorgia sappiamo bene che devi fare mille cose, oltre a cantare. Scegliere i singoli giusti, andare nelle radio, farsi intervistare. E ogni volta che ti senti un divo, sei costretto a ricominciare da capo. Convincere l’Italia, poi l’Europa, il Sudamerica.

Vedi 20mila persone che ti acclamano in una città straniera e pensi: è fatta. Poi sorvoli l’oceano e capisci che dovrai rimettere i piedi per terra prima di guadagnarti gli applausi». Fiumi di sana umiltà, perché non tutto il pop viene per nuocere.
(ha collaborato Marco Morello)

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