L'industry (a Los Angeles l'industria del cinema e della televisione si chiama così, solo industry, una scelta quantomeno significativa) si è già affrettata a dare un nome al fenomeno: come si chiama il terzo film di una saga, quello che viene dopo il sequel? Trequel. Il nome potrà suonare strano o francamente brutto, ma gli esperti hanno già decretato che il 2007 a Hollywood, e di riflesso in tutte le sale del globo, sarà l'anno del trequel.
Da qui a fine anno infatti ci aspettano Spider-Man 3, Pirati dei Caraibi 3: Ai confini del mondo, Shrek 3, Rush Hour 3 (ibrido di arti marziali e umorismo demenziale che in Italia ha sempre raccolto magri consensi ma negli Usa fa faville). E ancora The Bourne Ultimatum (terzo episodio delle avventure della superspia Jason Bourne, sempre con Matt Damon), Ocean's Thirteen (con George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon e una schiera di altre star. Clooney e il regista Steven Soderbergh hanno promesso che sarà l'ultimo, ma si sa che i numeri sono infiniti...), Resident Evil 3...
Inoltre, archiviato X-Men 3, congelati, dopo i deludenti incassi dei numeri uno, Hulk 2 e Superman 2 (sintende la nuova serie, sempre che diventi tale, con quella di ventanni e passa fa con il povero Christopher Reeve), sono pronti a fare terno se il pubblico voterà a favore, Sin City 2, I Fantastici 4 (I Fantastici 4 2 sarebbe risultato più simile a un'equazione che al titolo di un film). Inoltre Silver Surfer, The Golden Age (seguito di Elisabeth, con Cate Blanchett sempre nei sontuosi panni di Elisabetta I d'Inghilterra), Mister Bean 2, Il mistero dei Templari 2 (stavolta Nicolas Cage indagherà sull'omicidio di Abramo Lincoln).
Da parte sua l'Italia ha appena risposto con Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (e Veronesi minaccia di arrivare a cinque...) e si prepara a sfoderare Notte prima degli esami Oggi e Ho voglia di te (sequel di Tre metri sopra il cielo).
Sono ormai sopra quota tre, tra i prossimi arrivi, gli ennesimi Highlander, Die Hard (con il granitico Bruce Willis), Hannibal Lecter, mentre marcia inesorabile verso il settimo titolo (ma per quell'epoca i giovani interpreti avranno forse raggiunto la mezza età) la saga di Harry Potter.
Cosa spinge così fortemente gli studios sulla strada del trequel? Gli incassi. I primi due Spider-Man hanno incassato, nel mondo un miliardo e seicento milioni di dollari, i primi due Shrek un miliardo e quattrocento milioni, i primi due Pirati dei Caraibi un miliardo e settecento milioni, mentre da solo Il ritorno del re (per i non appassionati, Il Signore degli anelli 3) ha portato a casa un miliardo di dollari. E questo solo per quanto riguarda i biglietti staccati, senza quindi contare dvd, diritti tv etc.
In realtà fino alla metà degli anni Settanta, si parla ovviamente del Novecento, il concetto di sequel o comunque di serie a Hollywood era riservato quasi solo alla serie B (Dracula, Frankenstein e compagnia - ai giorni nostri di Venerdì 13 ne sono stati girati nove e di Nightmare ben sei), con l'eccezione dei film con Myrna Loy e William Powell sull'Uomo ombra. Anche le pellicole di James Bond (di cui Casino Royale è il numero ventitrè) tutto sommato sono prodotti a se stanti, con un ricambio continuo di volti, cattivi, storie.
Nessuno, ai tempi d'oro, avrebbe pensato di produrre Casablanca 2: Il ritorno di Rick, Ben Hur 2 o Via col vento 2, al massimo si cercava di replicarne la formula vincente. Tutto cambiò tra il 1974 e il 1980, quando il successo di Il padrino parte seconda e della trilogia di Guerre stellari, seguita da quella di Indiana Jones (di cui entro il 2008 dovremmo vedere il quarto capitolo) dimostrò che il pubblico aveva fame di film che continuassero a raccontare le vicende dei loro eroi: nella classifica dei maggiori incassi più recenti sette caselle su dieci sono occupate da sequel o trequel.
Altro punto a favore del trequel, i costi. Peter Jackson ha mostrato a tutti che girare tre film assieme (la trilogia del Signore degli Anelli) mette al sicuro il capitale investito, a meno che il pubblico non snobbi del tutto il prodotto. Matrix Reloaded e Matrix Revolutions sono stati girati in contemporanea, come i capitoli due e tre dei Pirati. Meglio ancora nel caso dei film d'animazione: lì i protagonisti non chiederanno mai aumenti di stipendio...
La controindicazione è che bisogna stare attenti a non rompere il giocattolo: «Più azione, se si tratta di un film d'azione, più risate se invece si tratta di una commedia e tutto senza compromettere il prodotto o cambiare i protagonisti» spiega Brett Ratner, che avendo diretto i capitoli tre di Rush Hour, X-Men e Hannibal Lecter, di trequel ormai è uno specialista.
Insomma, secondo Hollywood, Omero sbagliò tutto: Iliade 2, anziché Odissea, avrebbe avuto un appeal migliore sul pubblico. E poi perché non sfornare anche Iliade 3: Ulisse contro Ercole e così via?
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