(...) di godere del panorama e dellatmosfera inarrivabile che si vede e si respira da queste parti. E sarà pure - come dicono quelli che vanno in giro con la scorta e lauto blindata - che il capoluogo della Liguria vanta una qualità della vita da Guinness dei primati. Sarà, chissà.
Ma vallo a raccontare a quel disabile palermitano di 36 anni che ieri, in pieno giorno, davanti alla stazione Brignole - non a tarda notte, al Righi, ma insomma - è stato aggredito, picchiato e rapinato da due cittadini polacchi, coetanei della vittima, che hanno approfittato della sua infermità per portargli via valigia e cellulare. I due delinquenti, vili e vigliacchi, cui credo (chi mi smentisce?) che non si possa concedere alcuna attenuante, sono stati individuati e arrestati dai carabinieri del nucleo radiomobile poche ore dopo che il disabile era stato trasportato allospedale San Martino e ricoverato in gravi condizioni. Pesto e sanguinante. Tutto questo, nella città sicura che più sicura non si può. Un caso isolato? Non scherziamo, per favore: la cronaca riserva quotidianamente episodi di furti, rapine, truffe, aggressioni, catalogati sbrigativamente come pura e semplice «microcriminalità»! Daccordo, come dicono tanti (pochi?), che son cose che succedono da tutte le parti. Ce lo ha scritto anche, nei giorni scorsi, per contrapporsi ufficialmente «nero su bianco», lassessore Scidone, lanciandosi in uno spericolato e improponibile confronto con Milano in replica a un articolo documentato di Giulia Guerri sul degrado di Genova visto da una «forestiera».
Eppure, soprattutto lepisodio di ieri, che per viltà ed efferatezza può ambire al primato della delinquenza, dovrebbe far riflettere a fondo cittadini e istituzioni, amministratori e politici, magistrati e candidati alle cariche elettive (e, perché no?, anche i giornalisti) a non abbassare la guardia, a non accontentarsi di sole, mare, canzoni di De André e Ivano Fossati, per arrivare a considerare, a «codificare» finalmente la sicurezza come la prima garante di libertà e di democrazia. Oggi, per domani.
Almeno, per non sentirsi complici.
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