Si apre con «Triage» e l’omaggio a Sergio Leone

Roma Triage, la storia di un fotoreporter ferito in Kurdistan, a firma del regista bosniaco Danis Tanovic premio Oscar, sarà stasera l’apertura di una quarta edizione del Festival internazionale del film di Roma che, non a caso, guarda alle crisi del mondo. Ma già ieri alla manifestazione si sono celebrate le aperture di tre mostre. Ed esattamente: «Luci del cinema su Antonio Ligabue», che raccoglie sessanta opere del pittore al Museo archeologico dell’Auditorium; nello Spazio Hag - nel segno dell’ambiente, «focus» scelto quest’anno dal Festival - c’è invece «Cape Farewell: art and climate change», ovvero fotografie, sculture e installazioni alimentate dall’energia solare o scavate nel ghiaccio create da un gruppo di artisti in Groenlandia. Sempre ieri pomeriggio poi nello spazio del parcheggio superiore, è stata inaugurata la mostra «Sergio Leone, uno sguardo inedito» con allestimento dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e la presenza di Ennio Morricone. Ma, come già detto, la vera apertura con tanto di red carpet e con Margherita Buy nel ruolo di madrina sarà stasera alle 19.30 con Triage, con protagonisti Colin Farrell (che non sarà sulla passerella), Paz Vega e Christopher Lee. Alle 22 poi un grande evento speciale dedicato all’ambiente e realizzato a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma. Ci saranno musica, installazioni, recitazione e acrobazie, tutto a opera dei Plasticiens Volants e dell’art director Felice Limosani, con la voce narrante di David Riondino.
Triage, del regista premio Oscar con No Man’s Land e tratto dall’omonimo romanzo di Scott Anderson, racconta la vita di quest’uomo inviato di guerra per quasi venti anni del New York Times. La trama seguirà le vicende di Mark Walsh (Farrell) che fa ritorno a casa dopo più di un decennio trascorso a fare reportage in territori di guerra. Al suo ritorno dal Kurdistan qualcosa è però cambiato. Elena (Paz Vega), la sua fidanzata, lentamente riuscirà a superare le difese dell’uomo, che alla fine inizierà a raccontare tutti gli episodi di una realtà incredibile. E, soprattutto, a chiarire come mai è ritornato da quei luoghi da solo, senza nessun altro collega. Il film, in concorso, si annuncia sulla carta estremamente duro. Farrell sembra abbia voluto questo ruolo con grande forza e, per interpretarlo, si sia anche sottoposto senza protestare a una dieta ferrea.

«È stata un’esperienza incredibile - ha detto in un’intervista l’attore irlandese -. È difficile spiegare come l’aria e la terra di quel luogo siano impregnate di morte. A Srebrenica si percepisce il senso di panico e di perdita. Mi ha davvero sconvolto».

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