Come si facevano una volta le riviste. Carta di qualità, cura della grafica, niente smania del titolone, anzi. E gli articoli densi densi, da leggere e non solo da guardare. Articoli che durino, che si possano anche compulsare alla bisogna, tirando di nuovo il fascicolo fuori dalla libreria. È un po questa la cifra di Studio, il bimestrale fondato a inizio 2011 e arrivato in libreria nel marzo dello stesso anno. E in effetti in quella fascia editoriale che in altri Paesi è coperta da testate come The New Yorker o Monocle in Italia si registrava da lungo tempo un vuoto. Nello spazio incuneato tra le riviste propriamente letterarie e gli inserti culturali dei giornali allora hanno provato ad infilarsi i «ragazzi» di Studio, capitanati dai fondatori: Alessandro De Felice un passato nella comunicazione aziendale (Warner Bros e Diesel) e il giornalista Federico Sarica già collaboratore di D, Il Foglio, e lUomo Vogue che è anche il Direttore responsabile.
Come ci spiega lo stesso Sarica Studio «è un progetto ambizioso. Crediamo che, in un momento di grande crisi e ripensamento, ci sia bisogno di tornare a progettare prodotti editoriali che puntino forte sulla qualità dei contenuti».
Alla rivista cartacea, si è poi affiancato su Internet il «gemello» rivistastudio.com. Il sito si caratterizza invece per la quotidianità, attraverso una serie di rubriche e di interventi da continuità alla linea editoriale della rivista. Linea editoriale che gioca sempre a guardare con occhi nuovi, con uno sguardo trasversale e colto il presente. Ad esempio nel numero attualmente in edicola e in libreria al centro della scena cè lAmerica del 2012 vista sia attraverso il Football e il Superbowl (articolo di Cesare Alemanni) sia attraverso il grande spettacolo delle primarie del partito Repubblicano (articolo di Christian Rocca). Nel prossimo numero che, è ancora in lavorazione, invece ci sarà uno speciale su Berlino e largo spazio alla politica di Angela Merkel, ma ci saranno anche un ritratto di Asad e gli start up a Wall Street...
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