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Si imbucano alla festa: appartamento distrutto

Rubati anche un paio di giubbotti e un centinaio di euro. Nessuno conosceva gli «invitati»

La vittima più famosa fu Roberto Vecchioni nel lontano ’97 ma non mancarono nel tempo altri episodi come quello di Desio l’anno dopo. Poi per un decennio sembrava che quello degli imbucati «spaccatutto» alle feste fosse un fenomeno fuori moda. Invece l’altra sera sono tornati a colpire, picchiando gli invitati, un paio sono stati anche medicati, e rapinando soldi, cellulari e capi di abbigliamento.
I precedenti, illustri o meno, come detto non mancano. Il primo toccò a Roberto Vecchioni che il 15 marzo di 11 anni fa lasciò la casa libera alla figlia che compiva 14 anni e voleva festeggiarli senza i «grandi». Unica concessione, la presenza della sorella maggiore Francesca. Al suo ritorno il cantautore trovò la ragazzina in lacrime: una settantina di ragazzi aveva fatto irruzione in casa e nel giro di un quarto d’ora fatto il disastro, spaccando tutto e rubacchiando il possibile.
Un anno dopo, il 21 settembre ’98, il bis a Desio. Anche in questo caso un’adolescente, 17 anni per la precisione, e il suo desiderio di fare da padrona di casa ai suoi invitati. Papà e mamma accettano di buon grado e vanno a trovare i nonni. A metà serata la telefonata dalla figlia: «Tornate a casa, è successo il disastro». Cioè otto «imbucati» che si erano sfogati lanciando uova contro i muri, sradicato piante dalle fioriere, mandato in frantumi i soprammobili e vuotando i soprabiti degli invitati.
Il copione questa volta si è ripetuto in via Vittadini, una strada elegante che corre lungo un lato di parco Ravizza. A raccontare l’aggressione Matteo, 16 anni, liceo scientifico, che insieme al fratello Federico, 18 anni, aveva organizzato la festa nel giardino della villetta di famiglia. «Una cosa tranquilla con noi in giardino e su la mamma».
Dopo mezzanotte e mezza, quando la festa stava finendo «...non si sa bene chi ha fatto entrare dal cancelletto, forse per sbaglio un gruppo di persone mai viste, tra cui tre ragazze. Avranno avuto tra i 17 e i 18 anni erano vestiti con canottiere, camicie smanicate, jeans, avevano anche orecchini e piercing».
Matteo ha poi spiegato che il gruppo di «balordi» ha rubato dalla cantinetta alcune bottiglie di liquore degli zii che vivono in uno degli appartamenti della villa. «Abbiamo chiesto di andarsene ma loro hanno cominciato a picchiare me e mio fratello». Dopo aver malmenato i padroni di casa, la gang, prima di lasciare il party, ha rubato borse, giacche, giubbotti con tutto quello che avevano dentro cellulari, portafogli con soldi, documenti e così via. «In un primo momento - ha continuato il sedicenne - mio fratello, con due nostri amici, li ha rincorsi per strada. Loro li hanno picchiati e hanno tirato fuori i tirapugni e le catene.

Poi, sono scappati». Subito dopo è partita la chiamata al 113. «È arrivata anche l’ambulanza ma non ci hanno portato in ospedale: ci hanno medicato qui, a casa. Nessuna paura - conclude Matteo -. Solo non è stato un episodio piacevole».

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