Come si lavora su quella «Collina spezzamotori»

Come si lavora su quella «Collina  spezzamotori»

Il Togo, ufficialmente Repubblica Togolese è uno Stato dell'Africa Occidentale. Ex colonia francese, da cui ebbe l'indipendenza nel '60, confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale Lomé.
Lo stato si estende da nord a sud per circa 700 km e copre una superficie di 56.785 km² (1/6 dell'Italia) ed è abitato da 6.145.000 abitanti con una densità di 97,7 ab/km². Il clima è tropicale, caldo umido con temperature fra 27-30°. Il reddito medio è di circa 300 dollari all'anno.
Nel paese sono presenti circa 45 diverse etnie; le più importanti e numerose sono gli Ewe a sud (46%), i Kabyé a nord (22%), i Ouatchis (14%), i Mina, i Mossi e gli Aja
Ciascuna etnia parla un sua propria lingua e solamente le persone un po' istruite parlano il francese, che è la lingua ufficiale.
Questo fatto crea notevoli difficoltà di comunicazione e costringe noi medici ad utilizzare sempre un infermiere locale che ci fa da interprete con il paziente. Ciò comporta gravi disguidi: un giorno era avvenuto un incidente stradale grave e non trovavamo nessuno in grado di comunicare con i parenti di una vittima. Solamente dopo più di un'ora di ricerche abbiamo scoperto un paziente ricoverato in grado di farci da interprete.
Un'unica strada si stende da nord a sud, mettendo in comunicazione il Burkina Faso con il mare.
Durante il giorno una teoria ininterrotta di autocarri stracarichi percorre questa strada nei due sensi. Sovente i carichi si sbilanciano facendo capovolgere l'automezzo. Quando siamo andati al nord, a Karà, abbiamo dovuto percorrere circa 400 km di questa strada, che ad un certo punto si inerpica su quella che abbiamo chiamato «la Collina Spezzamotori».
Qui la pendenza della strada è tale che gli autisti bruciano la frizione in salita ed i freni in discesa. Gli autocarri, vecchi scassoni stracarichi, viaggiano nei due sensi in lunghe code a passo d'uomo e sono assistiti da pedoni che mettono pietre sotto le ruote ogni qual volta l'autista si ferma a far raffreddare motore o freni. Meccanici in moto fanno la spola su e giù a riparare guasti al volo e a rifornire di olio i motori. Ciononostante quasi ogni giorno un automezzo finisce nel burrone!
Mi chiedo come non si possa fare nulla per migliorare questa situazione.


Le difficoltà di comunicazioni, linguistiche e logistiche, sono tali che al nord abbiamo visto delle popolazioni che sono sconosciute alla maggioranza dei togolesi del sud e che vivono ancora in condizioni ancestrali in abitazioni tradizionali, che non hanno riscontro in nessuna altra parte del paese.

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