Videogioco sì o videogioco no? E se sì per quanto tempo? E se no perchè? Che male fa? Le «battaglie» fra le mura di casa si giocano spesso attorno a una consolle. E nelle contrattazioni fra genitori e figli compare spesso, come posta in palio, lo schermo dei desideri. Che si chiami Wii o Ds o che abbia un altro nome ancora. Cè chi fissa le regole, cè chi disobbidisce, cè chi lascia totale libertà. Da qualsiasi lato si guardi la querelle, il genitore non può prescindere dal conoscere. Insomma, deve sapere cosa concede e cosa proibisce, perchè un gioco suscita così tanto linteresse e se è adatto, per i suoi contenuti, alletà del bambino. Esattamente come un libro o un film.
Il report annuale dellAesvi (lassociazione che riunisce gli editori di software) calcola che più della metà dei bambini e degli adolescenti hanno usato nellultimo anno giochi vietati ai minori di 16 o 18 anni. Nella fascia di età compresa fra i 9 e i 13 anni addirittura il 74% ha avuto per le mani un gioco proibito. Cioè catalogato dai produttori come non adatto e poi venduto dai rivenditori senza che ci sia alcun controllo. Per rispondere a queste domande e per aggiornare i genitori la Nintendo ha promosso il primo corso per videogiochi, in due lezioni, riservato alle mamme, dal titolo «Videogiochi e mamme: mi intendo di Nintendo (DS e 3DS)». Una prima lezione gratuita, aperta al pubblico, si è tenuta l1 dicembre a Milano alla Mediateca Santa Teresa. La seconda sarà martedì 6 dicembre alle ore 17 sempre alla Mediateca, non è necessario prenotarsi, la capienza della sala è per un centinaio di persone. A disposizione delle mamme 30 consolle portatili. Si tratta di un progetto pilota che inizia da Milano e toccherà altre città, con lobiettivo di diffondere un approccio corretto e responsabile alluso dei videogiochi.
Le lezioni durano unora e mezza, sono guidate da Manuela Cantoia, docente di Psicologia generale delluniversità Cattolica ed esperta Spaee (Servizio di psicologia dellapprendimento e delleducazione).
Cantoia affronterà i pro e i contro, le paure e i dubbi più frequenti sulluso della console Nintendo DS e 3DS, i criteri di valutazione per la selezione dei giochi più adatti, con lobiettivo di far conoscere alle mamme di oggi i linguaggi dei videogiochi e di rafforzare la comunicazione con i figli, con una partecipazione più attiva.
La psicologa riconosce che «nella maggior parte dei casi il problema non è nel gioco in sé, ma nelle modalità e nei tempi: i genitori non possono subire passivamente né limitarsi a vietarne luso, devono piuttosto cercare di percorrere la strada delleducazione al senso critico e allautoregolazione». Ossia guardare con cosa giocano i figli, verficare se il contenuto è adatto oppure no (su ogni confezione questa informazione è contenuta nel codice Pegi) e stabilire regole precise. I videogiochi, se adeguati alletà, sviluppano anche varie abilità, «sul piano percettivo, sulla percezione spaziale, aiutano a coordinare i movimenti e a ragionare». Favoriscono anche la socializzazione perchè in molti casi si può giocare in due o più persone. «Unindagine ha messo in luce i motivi per i quali i bambini scelgono un videogioco: per rilassarsi, per staccare, per non pensare ai compiti e per stare insieme» riferisce Manuela Cantoia.
Ci sono degli effetti negativi? «I rischi sono legati al tipo di uso che se ne fa - prosegue la psicologa - Se si sta davanti al videogioco per un tempo eccessivo, se si indulge su giochi violenti gli effetti possono comprendere irritabilità e linguaggio aggressivo.
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