Si spacca il partito di Mandela: è l’ora di Zuma

Per la prima volta in 58 anni il congresso dell’African National Congress (Anc) - il partito egemone in Sud Africa che ha avuto come figura storica Nelson Mandela - non è una questione formale. A Polokwane, località dell’estremo nord-est del Paese, migliaia di delegati si fronteggiano per decidere non solo chi sarà il prossimo leader del partito, ma anche (di fatto) chi sarà il nuovo presidente della Repubblica. È un duro confronto tra due sessantacinquenni che in passato sono stati amici e alleati, ma che ora lottano per il potere, in rappresentanza di due mondi diversi.
Il favorito è Jacob Zuma, uno zulu di poverissime origini, su posizioni di estrema sinistra e paladino dei ceti più bassi, celebre nel Paese per avere avuto 18 figli da diverse donne; l’avversario in odore di sconfitta è Thabo Mbeki, l’attuale capo dello Stato e successore di Mandela, di etnìa xhosa e cresciuto in una famiglia di intellettuali politicamente impegnati. I due non potrebbero essere più diversi anche nell’aspetto. Mbeki veste solitamente di scuro, all’europea, e sembra più un manager che un politico; Zuma ama invece presentarsi in abito tradizionale zulu, per sottolineare le sue radici tribali e proletarie al tempo stesso.
La vera notizia è nel fatto che per la prima volta l’Anc, che quindici anni fa vinse la sua lunga battaglia contro l’apartheid grazie alla capacità di mantenere unite le diverse correnti politiche che lo compongono, rischia una vera spaccatura. Il novantenne Mandela lo ha denunciato, dicendosene addolorato e preoccupato. Mbeki parla addirittura del pericolo che l’Anc rischi di andare in pezzi.
È un fatto che al congresso che si è aperto ieri la spaccatura appare fin troppo evidente. I sostenitori di Zuma, personaggio che due anni fa sembrava politicamente finito a causa di uno scandalo di corruzione, hanno rumorosamente interrotto il discorso del ministro della Difesa Mosiuoa Lekota, cantando l’inno anti-apartheid «Portami la mitraglietta», che è diventato la colonna sonora della campagna elettorale di Zuma.
Sullo sfondo del braccio di ferro a Polokwane c’è la scadenza del 2009, quando finirà il mandato presidenziale di Mbeki.

Già eletto due volte, egli sperava di diventare leader dell’Anc per indicare il suo successore, ma ora sembra che Zuma riuscirà a rovinargli i piani diventando prima l’uno e poi l’altro. Cosa potrebbe diventare il Sud Africa in mano a questo vecchio arnese dell’estrema sinistra è un altro paio di maniche.

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