Si stringe il cerchio attorno agli assassini

Sotto torchio alcuni connazionali delle due vittime, soprattutto polacchi: movente passionale o regolamento di conti?

Alessia Marani

Si stringe il cerchio attorno agli assassini di Badr Boutanil, marocchino di 30 anni, e di Violeta Barska, polacca 36enne, massacrati a colpi di piccozza e martello la notte tra sabato e domenica al residence Roma di via Bravetta. Per tutta la giornata di ieri gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri di Trastevere insieme con i colleghi di via In Selci hanno ascoltato in caserma amici e conoscenti della coppia. Alla ricerca di nomi e movente.
Intanto, l’autopsia eseguita ieri mattina sui due corpi martoriati ha confermato, di fatto, quanto emerso da un primo esame esterno da parte del medico legale: il decesso, dunque, è avvenuto intorno alla mezzanotte di sabato. Il coroner ha poi stabilito che l’uomo è stato ripetutamente colpito al capo con un oggetto contundente mentre la donna con un’arma affilata, tipo da taglio. Si potrebbe comunque trattare di un attrezzo chiamato nel settore dell’edilizia «male e peggio», una specie di piccozza con doppia superficie: una più piatta e larga, l’altra più appuntita e tagliente. Secondo il necroscopo i due prima di morire avevano assunto forti dosi di alcol. Mentre la donna non era incinta come si era appreso in prima battuta.
Sul posto, ai piedi di una delle due trombe delle scale d’accesso alla palazzina D del residence dove i due stranieri vivevano, ieri mattina sono tornati i militari di Trastevere insieme con gli esperti del Ris, il Reparto scientifico dell’Arma per un nuovo sopralluogo. Invano, con l’aiuto degli operatori dell’Ama, i carabinieri hanno cercato l’arma del duplice delitto, scandagliando fra una montagna di rifiuti sparpagliati a tappeto nel cortile-discarica del comprensorio-ghetto.
La chiave del giallo nella vita dei due stranieri, entrambi con precedenti alle spalle contro il patrimonio, soprattutto per furto. Lui, ex barista, ora pittore edile con la passione del calcio (al Roma tutti lo conoscevano come Ronaldinho); lei colf a ore col vizio di bere. Nel residence, in molti avrebbero visto e sentito: le urla, poi i colpi e una macchina sfrecciare via. Ma in pochi hanno il coraggio di parlare. Gli inquirenti puntano l’indice soprattutto su dei polacchi, in particolare un uomo che avrebbe intessuto precedentemente una relazione con la donna. Connazionali con cui Violeta, a detta di chi la conosceva bene, si intratteneva spesso fino a notte fonda.

Movente passionale o un regolamento di conti? Forse qualcuno voleva la donna tutta per sè e non se n’è fatta una ragione? Che cosa ha potuto scatenare una tale furia assassina, quasi animalesca? Un odio profondo, meditato, oppure il raptus di un attimo, un regolamento di conti magari foraggiato dall’uso smodato dell’alcol? Interrogativi ai quali gli investigatori stanno cercando di rispondere in queste ore, mettendo «sotto torchio» i familiari e i conoscenti. Fino a restringere la rosa dei sospetti. Pronti a inchiodarli con il riscontro sulle tracce (tra cui del sangue su un bicchiere di plastica e su un materasso) raccolte dal Ris.

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