Si è tolto la vita infilando la testa in un tombino e annegando in mezzo metro di acqua. Una fine tragica per un giovane di 37 anni, da tempo sofferente di crisi depressive. A ritrovare il corpo ieri mattina poco dopo le sei, è stato un operaio che in macchina si stava recando a lavoro, percorrendo via XX Settembre di Nerviano. Loperaio ad un certo punto si è accorto da un tombino in ghisa, posto in mezzo alla via fuoriuscivano due piedi. Era buio e l'uomo non ha subito realizzato cosa potesse effettivamente essere accaduto. «Pensavo - ha poi raccontato ai carabinieri intervenuti subito sul luogo - , che si trattasse di uno scherzo. Che qualcuno avesse scoperchiato il pozzetto fognario per buttarvi dentro un manichino vestito di tutto punto». In realtà all'interno c'era il giovane ormai già da alcune ore senza vita. Una maniera di morire impensabile ed al tempo stesso eclatante.
Scattato l'allarme sul posto sono giunti ambulanze e carabinieri che hanno estratto la vittima dal tombino. Addosso aveva una tessera che ha permesso agli investigatori di risalire alla sua identità, ma anche alla sua triste storia sanitaria precedente il tragico gesto. Il giovane, disoccupato e con qualche piccola noia giudiziaria alle spalle, viveva insieme all'anziana madre a Nerviano. Ieri notte verso le 3 è rimasto vittima di una crisi depressiva più forte del solito, tanto che aveva deciso di uscire per chiedere aiuto, forse per una parola di conforto. Si è aggirato per il paese e poi nei pressi della casa del proprio medico curante, in quel momento però assente. Qualcuno l'avrebbe visto attardarsi nella zona, dove poi ha cercato di dar corpo al progetto suicida. Ha infatti scoperchiato un primo tombino senza però trovarvi dentro acqua sufficiente per annegarvisi.
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