Si vendica dell’ex denunciandolo: era un falso cieco

Alessia Marani

Alla Asl Rm H, quella dei Castelli Romani, era stato assunto nell’87 grazie alla legge di tutela delle categorie «speciali». Lui, Pietropaolo B., 50 anni, impiegato amministrativo, stando alla certificazione rilasciata allora all’ufficio del personale, sarebbe invalido a tutti gli effetti. Anzi, per essere più precisi, cieco dalla nascita. E in qualità di «non vedente», Pietropaolo aveva pensato bene di richiedere, ottenendola, pure l’indennità d’accompagno: la bellezza di circa 500 euro che da diciotto anni a questa parte andavano così a sommarsi allo stipendio elargito puntuale ogni mese, insieme con straordinari, tredicesima e quattordicesima, dallo Stato. Insomma, davvero un bell’affare.
Peccato che Pietropaolo ci abbia sempre visto bene. Certo, non proprio perfettamente, tanto che come accade a molti, sulla patente di guida «B» a lui regolarmente concessa dalla Prefettura di Roma (sic!), è riportato l’«obbligo di condurre con lenti da vista». Prescrizione indice, più o meno, di una leggera miopia. E peccato, soprattutto, che il suo matrimonio all’improvviso sia deteriorato fino a naufragare. Già perché dopo mesi di liti furiose la moglie, E. B., 47 anni, appena separata ha pensato bene, al marito, di «fargliela pagare», consegnando una bella denuncia sulla falsa invalidità dell’ex coniuge nelle mani del maggiore della Guardia di finanza Roberto Prosperi. Lo stesso che insieme con il capitano Lucio Vaccaro, indagando sui conti in rosso dell’Azienda sanitaria di Albano, Frascati, Marino, Nettuno, Pomezia e Velletri, aveva appena scoperto una maxi-truffa portata avanti negli anni da un esercito di falsi indigenti. Un centinaio di utenti che compilando alcuni moduli d’autocertificazione avevano goduto di esenzioni da ticket e pagamenti per prestazioni ambulatoriali e ospedaliere dichiarando di appartenere alle fasce sociali disagiate. Sebbene nell’elenco dei denunciati figurassero anche noti professionisti e imprenditori della zona.
Fatto sta che dagli inizi di ottobre gli uomini delle fiamme gialle si mettono sulle tracce del falso cieco. Lo seguono mente si reca al lavoro, in auto naturalmente. Mentre torna a casa e sempre alla guida dell’utilitaria a lui regolarmente intestata, va a fare la spesa al supermercato o va a casa di amici a guardare la partita di calcio alla Tv. I baschi verdi filmano gran parte del suo menage quotidiano: Pietropaolo attraversa la strada senza ausilio di alcun bastone, non ha nessuno che lo accompagni realmente. Alla fine non ci sono più dubbi: l’indagato ci vede benissimo. L’uomo è stato così denunciato per truffa e falso.

Dovrà lasciare il suo impiego. Ma l’inchiesta della Finanza va avanti. Bisognerà accertare chi, all’epoca, rilasciò la certificazione di invalidità, chi l’ha rinnovata nel tempo e chi, nell’ambiente di lavoro, pur sapendo, ha sempre taciuto.

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