Cultura e Spettacoli

SIAMO IL POPOLO DEL MAL D’AUDITEL

Si potrebbe definire: mal d'Auditel. Una sindrome che sta invadendo l'intero sistema televisivo, contagiando anche quello giornalistico. Il mal d'Auditel è quell'ossessione compulsiva per i dati di ascolto quotidiani dei programmi che costringe persino i tg nazionali a dar conto dell'esito della sfida della sera precedente tra le principali trasmissioni del momento, conferendo a tutto questo «dignità di notizia». Non c'è quasi giorno in cui un tg, nel bel mezzo della gerarchia di accadimenti che si vorrebbero importanti, non si senta in dovere di informare il pubblico che Ballando con le stelle ha battuto C'è posta per te, o che Distretto di polizia o chissà cos'altro ha superato il film della rete concorrente. Il tutto snocciolato dal conduttore di turno con la massima nonchalance, destreggiando questa imperdibile informazione tra l'ultima strage terroristica e il penultimo caso di malasanità, tra una calamità naturale e le news dal mondo politico. Il contagio del mal d'Auditel, trasmessosi come un'epidemia senza che nessuno pensasse mai al vaccino, non risparmia le pagine dei giornali. E la malattia si è impossessata indistintamente di autori e conduttori di qualsiasi trasmissione televisiva, famosi o meno che siano. I quali, una volta usciti i dati Auditel relativi al loro programma, perdono energie preziose e tempo altrimenti dedicabile al miglioramento del prodotto mettendosi a interpretare la matematica, aiutati da una task force di esperti nell'arte dello scorporo numerico neanche fossimo alla valutazione dei dati post elettorali. È così che Mentana e Vespa con le rispettive redazioni si mettono a battibeccare spaccando il capello dei dati Auditel in quattro. E quando perde Matrix non sarebbe una vera sconfitta, perché «i giovani» sono con Mentana. E quando perde Porta a porta non si tratterebbe neanche in quel caso di una vera sconfitta, perché Vespa è partito qualche minuto dopo, e poi non si è considerata la sovrapposizione, e lo scorporo, e le interruzioni pubblicitarie, e chissà cos'altro. Inutile dire, ma lo diremo lo stesso, che il mal d'Auditel è un'altra tipica anomalia italiana, un altro nostro esclusivo primato. Nessuno, nel resto dell'Europa, si sognerebbe di tollerare che un tg considerasse i dati Auditel alla stregua di una notizia da prima pagina, tale da meritare di essere annunciata alla nazione prendendo il posto di altre informazioni e approfondimenti. Noi invece, dai e ridai, alla fine ce l'abbiamo fatta.

Come direbbe Gaber, un'altra idiozia conquistata a fatica.

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