Politica

Siamo a Zelig? No, sono le primarie

Dice Prodi che non si parla abbastanza delle primarie del centrosinistra. Quello che non dice è che, per ora, questa è stata la sua fortuna. Perché se gli italiani, non trovando di meglio da fare, volessero proprio cercare di capire qualcosa di più delle primarie del centrosinistra, beh, Zelig e il Circo Orfei potrebbero anche aprire una causa per concorrenza sleale: quale clown, quale artista, riuscirebbe a far ridere di più?
Dopo il candidato con il passamontagna, il Tir, il treno, l'outsider Scalfarotto respinto alle feste dell'Unità, le liti, le ripicche, le conferenze stampa interrotte e altre varie amenità, adesso l'ultima sorpresa viene dalla lista dei seggi, dove gli elettori del centrosinistra domenica 16 ottobre potranno andare a votare. C'è davvero di tutto. A Roma, tanto per dire, le urne verranno poste in un locale hard: da una parte porno, fetish e sexy performance; dall'altra la scheda con i nomi di Prodi e Bertinotti. Bandiera a luci rosse la trionferà. Immaginate l'imbarazzo di chi entra lì. «Bambini, voi restate fuori, non potete guardare». «Che fai papà?». «Voto Pecoraro Scanio». «Ed è una cosa così brutta da vedere?». A Milano i seggi saranno messi anche al Leoncavallo, che, considerata la scarsa propensione dei barricadieri per le pratiche democratiche, è un po' come se un reparto di pediatria venisse aperto a casa di Erode.
Poi ci sono anche una discoteca, tanti bar, una trattoria, perfino una multisala: così se lo spettacolo del voto non è stato soddisfacente si può rimediare subito con un bel film. E quelli che, per esprimere la loro primaria preferenza, dovranno andare in un negozio di animali? Poveretti. Bau bau, Di Pietro, micio micio, Mastella. L'unica consolazione è che potranno dire: non è vero che ai seggi non c'era un cane.
L'ironia è sin troppo facile. Ma sul sito dell'Unione regna l'angosciata incertezza. Nessuno sa dove andare, cosa fare. Si susseguono messaggi affannosi. «Scrivo da Napoli, perché nella mia città non sono stati segnalati seggi?». «Risiedo a Trezzano sul Naviglio. Consulto il sito ma non ottengo risultati». Possibile che in tutta Napoli e a Trezzano sul Naviglio non ci sia un negozio per animali o una discoteca disposta a ospitare le urne? Nemmeno una trattoria che voglia dividersi per un giorno fra spaghetti e scrutini? «I più a oggi non hanno la più pallida idea di dove si voti. Il sito è lentissimo e incompleto», chiosa l'attivista Andrea. E on line mette tutti davanti al rischio di «un flop incredibile».
Il fatto è che il caos dei seggi è la prima rappresentazione reale e concreta di quello che le primarie sono davvero: una splendida idea, una parola che riempie la bocca, un esercizio stilistico di alta democrazia, che però nei fatti rischia di ridursi a una carnevalata. Chi vota? Con quali garanzie? Con quali regole? E ammesso che le regole esistano, chi le farà rispettare? Come? Il problema, con buona pace di Prodi, non è che queste primarie si conoscono poco. Il problema è che, queste primarie, se le conosci le eviti.
Così mentre il centrosinistra si avvia alle urne in mezzo al caos totale, apprestandosi a farsi seppellire da una quantità di schede comunque inferiore alle risate che ne conseguono, c'è da augurarsi che il centrodestra accantoni davvero e per sempre la bizzarra idea di percorrere la medesima strada. Una strada che non ci appartiene, che è piena di ostacoli, trabocchetti, tratti scivolosi. Una strada che magari parte pure dalle nobili vette dell'alta democrazia, ma che poi rischia di finire, come sta accadendo per l'Unione, nei bassifondi di un locale a luci rosse.

Roba da vergognarsi, insomma.

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