Roma

Siciliano in trasferta capo della gang

Alessia Marani

Era un siciliano la mente delle rapine nel Lazio. A lui il compito di decidere gli obbiettivi, pianificare le azioni, studiare persino le vie di fuga più veloci e «sicure»: ad arrestarlo dopo una serie di pedinamenti e intercettazioni telefoniche i carabinieri del Reparto Operativo di Caltanissetta, aiutati dai colleghi della compagnia di Pomezia. Il blitz scatta all’alba di mercoledì ad Ardea, dove l’uomo risiede: alla sbarra finisce Nicolò Lombardo, pregiudicato 56enne di Racalmuto, in provincia di Agrigento. Contemporaneamente i militari bussano alla porta di Christian Aversa, altro pregiudicato di 32 anni, complice che vive ad Albano Laziale. Entrambi sono accusati di rapina e furto aggravato, le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip nisseno, Simona Filoni. E le indagini continuano per scovare altri elementi della «batteria» dedita a colpi a istituti di credito del Lazio. In particolare, i carabinieri di Caltanissetta durante indagini sulla criminalità del posto avviate nel gennaio del 2004 s’imbattono nel Lombardo. «A un certo punto - spiega il maggiore Romeo - ci troviamo persino ad ascoltare in diretta l’organizzazione di una rapina nella provincia romana. Da lì, non lo perdiamo di vista». In breve si capisce che il ruolo di Lombardo ha un’importanza logistica fondamentale: è lui che si occupa della selezione degli uomini e della scelta dei mezzi con cui operare, assegnando a ciascuno un incarico ben preciso. Agli altri il compito di eseguire materialmente le rapine, tutte messe a segno da banditi col volto coperto da passamontagna. A inchiodarli anche le telecamere a circuito chiuso della Banca Popolare di Ancona ad Albano, rapinata la mattina del 26 febbraio dello scorso anno, bottino 11mila euro. Ad agire tre banditi. Due «incursori» e un palo a bordo di una Fiat Uno rubata a Pomezia. Nell’abitazione del siciliano, i carabinieri hanno rinvenuto una semiautomatica giocattolo, facsimile della beretta 7.

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