Sicurezza, ecco il «Patto per Roma»

Ventiquattro milioni di euro nel nome della «sicurezza partecipata», un centro di coordinamento - il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza - che vedrà la partecipazione ogni sei mesi del ministro dell’Interno, controlli affidati anche ai volontari, armi ai vigili urbani e un migliaio di militari ad accostare le forze di polizia.
Arriva, finalmente, il piano per Roma sicura, che sarà siglato il prossimo 29 luglio. E le linee guida del patto sono state rivelate ieri pomeriggio dal sindaco, Gianni Alemanno, dal governatore Piero Marrazzo e dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti, al termine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Proprio l’organismo, ha spiegato il primo cittadino, che farà da cabina di regia per il patto, «integrato ogni sei mesi dalla presenza del ministro dell’Interno, e dove si farà anche una verifica sui fondi messi a disposizione: 11 milioni di euro dalla Regione, 10 dal Campidoglio, tre dalla Provincia di Roma». E la presenza in strada delle forze dell’ordine sarà maggiore, prosegue Alemanno: «Grazie al governo che metterà a disposizione 900 militari - spiega il primo cittadino - potranno essere liberati 330 agenti di forestale, carabinieri, polizia e guardia di finanza per il controllo del territorio». Quest’ultima decisione arriva sulla base del decreto legge che verrà approvato venerdì prossimo, come spiega il sottosegretario al Viminale Alfredo Mantovano, presente alla riunione del comitato. I militari «saranno utilizzati in presidi fissi periferici - dice ancora Alemanno - con regole di ingaggio proprie, che non prevedono il pattugliamento delle aree abitate».
Come si diceva, l’altro punto qualificante del patto è il «principio della sicurezza partecipata - insiste ancora il sindaco - che coinvolgerà la polizia privata, la possibilità di utilizzare come osservatori, previo accordo con forze sindacali, lavoratori dei pubblici servizi e associazioni di volontariato della Protezione civile e della solidarietà sociale». Insomma, uno «sforzo per garantire una mobilitazione complessiva della città per la sicurezza e la lotta al degrado» che, come si diceva, passa anche per l’utilizzo delle armi da parte dei vigili urbani, anche se «secondo un preciso processo di professionalizzazione garantito dal questore», assicura Alemanno.
Soddisfatto anche Zingaretti, che ricorda come la preparazione del patto sia stato «un lavoro non faticoso ma dovuto, fatto di incontri, di scambi di e-mail e di confronto che consegna, grazie alla collaborazione dei tre enti e delle forze dell’ordine, un programma di lavoro molto impegnativo che dà sicurezza e certezze».
Secondo il primo inquilino di Palazzo Valentini «la novità principale» del patto che vedrà la luce il prossimo martedì «è che oltre a sostenere le forze dell’ordine, abbiamo allargato gli orizzonti per andare incontro al tema della sicurezza percepita, aggredendo nodi come quello del decoro delle strade».
Scherza anche il governatore, Marrazzo: «La battuta è anche la notizia: il 29 luglio, oltre a essere il mio 50esimo compleanno, alle 16.30 verrà firmato il Patto per Roma sicura».

Insomma, toni distesi, visto che «manca solo il coordinamento formale, ma tutte e tre le istituzioni più il governo sono concordi», sottolinea Marrazzo.
Intanto sul fronte sicurezza arrivano dal ministro Maroni le linee guida per l’emergenza nomadi, «finalizzate a rimuovere le situazioni di degrado nei campi e a promuovere condizioni di vivibilità nella legalità».

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