Sicurezza, sì del cdm al nuovo dl: espulsioni anche per terrorismo

Il pacchetto Amato approvato dal consiglio dei ministri. La novità più importante è la possibilità di espellere dall'Italia anche cittadini Ue per il sospetto di terrorismo

Sicurezza, sì del cdm al nuovo dl: 
espulsioni anche per terrorismo

Roma - Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto sicurezza che disciplina le espulsioni dei cittadini comunitari. Il decreto stabilisce inoltre l’espulsione immediata anche per i cittadini dell’Unione europea sospettati di terrorismo

Il decreto legge sulla sicurezza è approdato oggi al Consiglio dei ministri assieme a un decreto legislativo che integra il provvedimento che recepiva le norme Ue sulla libera circolazione dei cittadini comunitari. Il decreto, 5 articoli in tutto, dà anche una definizione più circostanziata dei "motivi imperanti di pubblica sicurezza" che consentono l’allontanamento dei cittadini Ue, oltre ad attribuire al giudice monocratico (e non più al giudice di pace) la titolarità della convalida delle espulsioni. Il decreto legislativo (22 articoli) riguarderà, invece, tutti gli altri casi di allontanamento.

L’articolo 1 del decreto legge aggiorna il decreto Pisanu ed estende alle misure di allontanamento dei cittadini dell’Unione Europea i motivi di prevenzione del terrorismo già previsti sull’espulsione dei cittadini extracomunitari, oltre ad attribuire al giudice monocratico (e non più al giudice di pace) la titolarità della convalida delle espulsioni.

L’allontanamento dei cittadini comunitari o dei loro familiari per motivi imperativi di pubblica sicurezza (art.2) è di competenza del prefetto, salvo che i destinatari siano minorenni ovvero abbiano soggiornato nel territorio dello Stato nei dieci anni precedenti: in tali casi la competenza è del ministro dell’Interno. L’allontanamento è immediatamente esecutivo e necessita della convalida da parte dell’autorità giudiziaria. Il divieto di reingresso dura 5 anni e in caso di violazione il trasgressore è punito con il carcere fino a 3 anni.

L’articolo definisce poi i motivi imperativi di pubblica sicurezza che rendono urgente l’allontanamento del soggetto, perché «incompatibile con la civile e sicura convivenza»: il cittadino comunitario deve aver tenuto comportamenti che rappresentano «una minaccia concreta, effettiva e grave alla dignità umana o ai diritti fondamentali della persona ovvero all’incolumità pubblica».

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