Siena dopo il record capolavoro pronta ancora a cambiare pelle

Siena dopo il record capolavoro pronta ancora a cambiare pelle

Serve molto ingegno per non naufragare nella popolarità. Ferdinando Minucci, istrice senese nato però nella dolcezza di Chiusdino, l'uomo che ha sentito respirare molte notti per costruire una società capolavoro ed affidare a Simone Pianigiani, ragazzo cresciuto in casa, senese della Lupa, la squadra dei record, ha questa saggezza. Nella notte del quarto scudetto consecutivo, il quinto della società inventata senza dimenticarne la storia e le sofferenze, ha brindato con i suoi giocatori che andavano verso la discoteca milanese più famosa, ma poi si è messo a pensare al domani dopo aver ringraziato Milano e il suo pubblico per la festa che oggi si concluderà al palazzo senese.

Gli piace vincere, non vuole abituarsi al successo e cerca sempre nuove motivazioni. Fine di un ciclo perché Terrell McIntyre ha chiesto di poter vedere il mondo da altre angolazioni. Non può essere una questione di quattrini con il giocatore di Fayetville che ha chiamato la figlia Siena, ma soltanto la fine di un viaggio. Era scritto, era noto e il suo fisico, è nato nel 1977, ha bisogno di ritmi diversi. I compagni lo sapevano e lo hanno sostenuto anche quando non poteva allenarsi perché le ossa facevano male e i tendini urlavano, soprattutto nella fase critica di Eurolega. Per questo alla fine, mentre due ridicoli burocrati dell'antidoping gli davano la caccia, lui ha fatto capire alla gente cosa è stata Siena per lui e con lui: scelto come uomo più importante delle finali, Ti Mac ha preso per mano Sato perché voleva giustamente dividere con lui il premio, con lui e Capitan Tempesta Stonerook. Il triangolo delle Bermude dove l'ammiraglio Simone Pianigiani ha portato squadre rivali, gente invidiosa, che già non gli perdonava lo scudetto da esordiente nel 2007, figurarsi adesso che ne ha vinti quattro di fila.

Ma questi sono già in agguato perché ha deciso di andare anche sul vascello fantasma della Nazionale e allora gli rinfacceranno la fortuna di avere avuto tutto: una grande società, un bilancio per fare progetti giusti, grandi giocatori. Verissimo, ma è ancora più vero che con lui chi non aveva mai vinto niente è passato, ha incassato e se ne è andato, mentre nuovi diaconi entravano nella stirpe del drago. Succedeva anche al Simmenthal di Rubini che per il poker dal 1957 al 1960 cambiava sempre americano, ma non i generali sul campo: Pieri, Gamba, Riminucci, Pagani.

Ora bisogna dipingere una parete nuova. Minucci sogna l'Eurolega, come del resto Siena, ma sa che la spinta per andare al massimo servirà anche alla prossima squadra per dominare in Italia, almeno fino a quando gli altri le prendono e continuano a dirsi che è un pugno di vetro. Sì, diceva quel comico sul ring, ma infrangibile. Vince perché è il più ricco grazie al Montepaschi, ma sanno, a Milano e Roma, di mentire. Lui adesso ha in mente la squadra di domani che intanto rinforza nello staff prendendo Baioni da Pesaro per il settore degli assistenti, considerando l'estate di Pianigiani con Azzurra, e Danesi come preparatore atletico aggiunto da Montegranaro. Partiranno di sicuro Domercant, Eze, per problemi regolamentari, come naturalizzato ne può avere soltanto uno e ovviamente resterà Stonerook, McIntyre.

Si tratta con Hawkins che ha un contratto aperto, non è detto che si vada sul deludente Moss prestato quest'anno alla Virtus, sono quasi certi gli ingaggi di Aradori e Rakovic, uno molto giovane, l'altro da tenere in peso forma. Siena è già pronta, gli altri ammirano e sbavano.

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